Il dato politico più vistoso di queste regionali è certamente l'avanzata dei due partiti anti-sistema e anti-euro. Il Movimento 5 Stelle e la Lega di Salvini, mentre è in corso lo spoglio elettorale, vanno emergendo come i vincitori sostanziali di queste elezioni, al di là dell'affermazione dei singoli Governatori delle sette Regioni. E confermano una tendenza che è già in atto in Europa dove la destra populista di Marine Le Pen è stata il secondo partito davanti ai socialisti alle amministrative di marzo mentre – una settimana fa - gli anti-europeisti di Podemos hanno messo alle corde il premier Rajoy.
Ma se è inevitabile fare un ragionamento guardando l'orizzonte europeo, è chiaro che le conseguenze – se i primi dati saranno confermati - si scaricheranno sul Pd di Renzi che non è riuscito, come alle europee dello scorso anno, a fare da baluardo alle forze populiste. Questa volta, il partito del premier soffre di più di fronte all'offensiva di Grillo e di Salvini e non solo dove si è presentata divisa come in Liguria. Vedere che il Movimento torna a essere la prima forza in molte regioni riporta al punto di partenza di questa legislatura, cioè alle elezioni del 2013 quando i grillini sorpassarono il Pd di Bersani. E se allora fu attribuita la responsabilità politica al Governo Monti e all'impopolarità che si era scaricata anche sul Pd, questa volta è stata la cronaca a spingere sia Grillo che Salvini.
E infatti i temi che hanno accompagnato questa campagna elettorale hanno gonfiato le vele sia del Carroccio che dei 5 Stelle. Gli sbarchi di immigrati o la filippina uccisa da un'auto guidata da un rom, sono stati per Salvini il terreno ideale per lanciare la sua offensiva a Renzi ma anche per dare la scalata al centro-destra.
Così come le vicende delle liste di candidati “impresentabili” o dei vitalizi hanno fornito gli argomenti più congeniali al Movimento 5 Stelle che è nato sugli slogan anti-casta e sulle battaglie della legalità. A questi temi si è poi aggiunta la tegola della sentenza della Consulta sulle pensioni, immediatamente cavalcata dal leader leghista e dai 5 Stelle mentre la battaglia sulla scuola ha visto il Movimento in prima linea a fianco degli insegnanti.
Insomma, la cronaca ha indubbiamente aiutato i partiti anti-sistema ma a questa si è aggiunto anche un effetto-logoramento dopo il primo anno di Governo di Renzi. Ed è una delusione che è andata tutta verso i cosiddetti “populismi” in assenza dell'opposizione di centro-destra che una volta veniva dal partito di Berlusconi. E dunque se la situazione dovesse restare come l'hanno fotografata le urne, alle prossime elezioni nazionali con l'Italicum è molto probabile che lo sfidante di Renzi sarà o Salvini o il candidato di Grillo. Con il timore per il Pd che i due si coalizzino pur di far vincere anche in Italia una forza anti-euro.
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