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IL RAPPORTO SEMESTRALE

L’Ocse alza le stime di crescita: «In Italia c’è più fiducia, economia in ripresa»

L'Ocse è più ottimista sull’Italia. L’organizzazione che riunisce le economie più avanzate ha alzato la stima di crescita del Pil italiano per il 2016 portandola a +1,5% dall’1,3% che aveva indicato a metà marzo. Nell'Economic Outlook semestrale diffuso oggi, l'Organizzazione conferma poi a +0,6% la previsione per il 2015. «Dopo una lunga recessione, l'economia italiana ha iniziato una graduale ripresa. L'export continuerà a sostenere la crescita, ma la ripresa sarà rafforzata dai consumi interni», scrivono gli economisti dell'organnizzazione parigina. «I fattori che sostengono la crescita sono i più propizi da anni. La fiducia dei consumatori migliora mentre il Governo attua il suo vasto piano di riforme e l'aumento dell'occupazione e il calo dei prezzi dell'energia aumentano il potere d'acquisto delle famiglie. Il «Jobs Act» ha il potenziale di migliorare drasticamente il mercato del lavoro. Il deprezzamento dell'euro ha inoltre rafforzato la competitività internazionale del Paese», indica il rapporto.

La disoccupazione scenderà al 12,1%
L'Ocse prevede una crescita dell'occupazione, anche se la disoccupazione «resterà alta». Il tasso di senza lavoro stimato per quest'anno è del 12,7% come nel 2014, mentre nel 2016 dovrebbe scendere al 12,1 per cento. L’occupazione è prevista in accelerazione a +0,5% nel 2015 dopo +0,1% nel 2014 e a +1% nel 2016. L'indice dei prezzi al consumo è stimato allo 0,2% quest'anno e all'1,3% il prossimo. I consumi privati prenderanno slancio soprattutto il prossimo anno (+1,1%), mentre quest'anno sono attesi a +0,4% dopo +0,3% nel 2014. Gli investimenti rimbalzeranno dal -3,2% del 2014 a +1,6% nel 2015 e a +1,9% nel 2016. Sulla spinta del mini-euro, l'export accelererà a +3,4% quest'anno e a +5,1% il prossimo.

Non strangolare la ripresa
«La politica di bilancio dell'Italia deve continuare a mirare a uno stabile, ma graduale risanamento dei conti in modo da non strangolare la nascente ripresa economica, rispettando al tempo stesso le regole Ue e riducendo l'elevato debito/Pil». Questa la raccomandazione dell'Ocse. Il rapporto stima al 2,6% il deficit/Pil della Penisola quest'anno e al 2% il prossimo. Il debito/Pil è previsto in aumento al 133,3% nel 2015 dal 132% del 2014, per poi scendere nuovamente al 132% nel 2016. «Il cammino di consolidamento dovrebbe essere attuato, ma lasciando agire gli stabilizzatori automatici», scrive l’Ocse, rilevando che i rimborsi ai pensionati dovuti per effetto della recente sentenza della Corte Costituzionale non influiranno sul disavanzo previsto in quanto saranno graduali.

Promosso l’Italicum
Sul fronte politico, l'Ocse promuove l'Italicum. L’organizzazione indica che «la recente approvazione della nuova legge elettorale è uno sviluppo positivo in quanto probabilmente risulterà in Governi più stabili e ridurrà l’incertezza politica». Dall'Ocse giunge poi la raccomandazione al Governo italiano di andare avanti «con l'ambizioso e vasto piano di riforme istituzionali e strutturali» per migliorare le prospettive di crescita sul medio termine. Riforme che riguardano la Pa, il sistema giudiziario, il sistema scolastico, oltre all'accelerazione dei grandi progetti infrastrutturali.

Sì alla «bad bank»
L'Ocse si sofferma sul sistema bancario che «è ancora fragile e non è in una buona posizione per sostenere gli investimenti privati», crollati del 30% dal 2007. I tassi di interesse «restano più alti che negli altri Paesi della zona euro» probabilmente per i rischi connessi all'aumento dei crediti deteriorati (Non performing loans, Npl) nei bilanci delle banche. Sono quindi necessarie iniziative per risolvere il problema degli Npl. L'Ocse suggerisce una riforma del diritto fallimentare, con un più ampio utilizzo di tribunali specializzati e il ricorso a soluzioni extra-giudiziali e la costituzione di «una società di asset management specializzata che acquisisca i crediti deteriorati», cioè della «bad bank» che è allo studio del governo. L'Ocse, infine, giudica positivamente le spese in infrastrutture decise dal Governo, ma - ammonisce - «affinché l'investimento sia produttivo l'efficacia della spesa e degli appalti pubblici deve essere decisamente migliorata».

Clima di fiducia positivo
«L'Italia è un buon esempio di come il venire meno di incertezze» si traduce in un quadro migliore sia per le aziende che per le famiglie. Così la capo-economista dell'Ocse, Catherine Mann, interpellata durante un briefing sui motivi della revisione al rialzo delle stime di Pil italiano per il 2016 all'1,5% dall'1,3% che era stato prospettato dall'Organizzazione a marzo. «Da marzo ci sono stati cambiamenti nell'abilità mostrata dal Governo di attuare e andare avanti con le sue strategie politiche. Questo ha creato un clima di fiducia, come dimostrano anche gli sviluppi sul mercato del lavoro», ha spiegato Mann . L'Italia - ha aggiunto la capo-economista - «è un caso interessante nel senso che il tasso di disoccupazione è salito per buone ragioni, perché più gente è entrata nella forza lavoro e questo mostra fiducia, perché le persone ritengono che ci siano più posti di lavoro. In effetti anche l'occupazione è salita, perché le aziende hanno assunto di più. Quindi questo mostra come si passi da un basso livello di equilibrio economico a un livello più elevato».

Quadro globale appena sufficiente
«Una crescita da 6-». Arriva a malapena alla sufficienza il voto che l'Ocse assegna alla ripresa dell'economia globale nell'Outlook semestrale dove rivede al ribasso le stime di Pil, in particolare degli Usa. L'Eurozona fa eccezione con un leggero miglioramento delle prospettive. La crescita dell'area Ocse è stimata a +1,9% nel 2015 e +2,5% nel 2016 contro +2,3% e +2,6% delle previsioni di novembre. Per gli Usa le attese puntano a +2% e +2,8% contro +3,1% e +3%. L'Eurozona vede confermato per il 2015 il +1,4% indicato nel rapporto intermedio di marzo, mentre il 2016 sale a +2,1% da +2%. Nell'Outlook di novembre le stime per l'area euro erano ancora più «conservative» (+1,1% e +1,7%). Fuori dall'Ocse, la Cina scende a +6,8% e +6,7% rispettivamente da +7% e +6,9% indicati a marzo. Il Pil mondiale dovrebbe crescere del 3,1% quest'anno e del 3,8% il prossimo contro +3,7% e +3,9% stimati a novembre. «La ripresa economica dopo la crisi economica e finanziaria scoppiata nel 2008 è stata inusualmente debole. La crescita resta più lenta del ritmo medio registrato nei 12 anni precedenti la crisi», sottolinea la capo-economista dell'Ocse Katherine Mann nell'editoriale dell'Outlook, definendo «insoddisfacenti» le prospettive anche se nell'area Ocse il pericolo deflazione pare evitato (inflazione 0,7% e 1,7% nei due anni) e ci sono schiarite sul lavoro (disoccupazione in calo al 6,6% nel 2016, ma pur sempre con 40 milioni di persone senza attività). Il 2015 eèpartito male per l'economia globale, con il trimestre piu' debole dall'inizio della crisi, anche se dovrebbe trattarsi di fattori temporanei. A mancare all'appello sono gli investimenti che restano modesti perché aziende e governi sono restii a farli.

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