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Lombardia: chiusa inchiesta nei confronti di Roberto Maroni

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inCHIESTA suL presidente della regione

Lombardia: chiusa inchiesta nei confronti di Roberto Maroni

La procura di Milano ha chiuso le indagini che preludono alla richiesta di rinvio a giudizio del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, per “induzione indebita” e “turbata liberta' nel procedimento di scelta del contraente”. Maroni è accusato di aver esercitato pressioni in due distinti episodi insieme al capo della sua segreteria, Giacomo Ciriello, a favore di due sue ex collaboratrici quando era ministro dell'Interno, Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo.

Gli indagati che figurano nell'avviso di conclusione delle indagini - oltre a Maroni e a Ciriello - sono il neopresidente di Ferrovie Nord Milano e segretario generale della Regione Lombardia, Andrea Gibelli, il direttore generale di Expo, Christian Malangone, la ex collaboratrice di Maroni, Mara Carluccio, e la società Expo 2015 in base al decreto legislativo 231 sulla responsabilita' degli enti. Nei mesi scorsi Maroni aveva ricevuto un invito a comparire dal sostituto procuratore titolare dell'inchiesta, Eugenio Fusco, ma ha scelto di non presentarsi.

Il primo episodio contestato è relativo alle pressioni esercitate da Maroni tramite Ciriello per inserire la ex collaboratrice del presidente della Lombardia, Maria Grazia Paturzo, nella delegazione Expo di una missione a Tokio. Il reato ipotizzato per Maroni e Ciriello è l'indebita induzione. Si tratta dell'articolo 319 quater comma 1, inserito tra le cause di ineleggibilita' della legge Severino. In caso ipotetico di condanna definitiva, Maroni non sarà eleggibile per sei anni.

Le pressioni per inserire la Paturzo nella delegazione per Tokio si sarebbero scontrate in un primo tempo contro il rifiuto dell'amministratore delegato di Expo, Giuseppe Sala. Ma poi quest'ultimo avrebbe cambiato idea. Maroni e la Paturzo non parteciparno pero' al viaggio per Tokio. Qualcuno, nella squadra del presidente della Regione, infatti, fece saltare il viaggio all'ultimo momento. Secondo quanto è scritto nell'avviso di conclusione delle indagini, c'era «un legame» tra Maroni e la Paturzo.

Il secondo episodio contestato è relativo al contratto di collaborazione ottenuto da Mara Carluccio in Eupolis, ente di ricerca della Regione Lombardia. Il reato ipotizzato nei confronti di Maroni, Gibelli, Ciriello, Carluccio e l'ex direttore generale di Eupolis, Alberto Brugnoli, e' di turbata liberta' del procedimento di scelta del contraente. La procedura del bando per la collaborazione in Eupolis, in sostanza, sarebbe stata costruita per favorire Mara Carluccio. Brugnoli ha patteggiato lo scorso dicembre una pena di otto mesi di reclusione con la condizionale e la non menzione, e una multa di 400 euro.
Mara Carluccio era stata tra il 2008 e il 2011 consigliere di Maroni per le politiche comunitarie e di genere, e poi - fino all'aprile 2014 - consulente tecnica gratuita della Direzione centrale di Polizia. Maria Grazia Paturzo, invece, collaborava con la portavoce di Maroni, Isabella Votino, al ministero dell'Interno.

Secondo la procura, Maroni e Ciriello «non erano riusciti a collocare» Carluccio e Paturzo «presso lo staff del presidente, in quanto la loro assunzione sarebbe stata soggetta a controlli della Corte dei Conti sulla Regione». Ecco allora che sarebbero scattate le pressioni sui dirigenti di Expo 2015 e di Eupolis.

L'inchiesta era nata da una costola delle indagini su Finmeccanica. Indagando sulla presunta tangente pagata dalla società pubblica per una commessa di elicotteri al governo indiano e sui legami degli ex vertici del gruppo con la Lega Nord, il pm Fusco si era imbattuto nella vicenda che coinvolge Maroni.

«Finalmente dopo un anno le indagini si chiudono, era ora. Se per una sciocchezza come questa ci vuole un anno poveri noi. Io sono tranquillissimo». Lo ha detto Roberto Maroni commentando l'avviso di chiusura delle indagini a suo carico.

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