Dietro l’appalto per il servizio di prenotazioni sanitarie della Regione Lazio (Recup) si nasconderebbe una sospetta lottizzazione politica. Partiti e correnti che, a vario titolo, avrebbero avuto una mira sulla commessa da 91 milioni 443mila euro.
Questo è uno dei particolari che emergono nel vasto incartamento della Procura della Repubblica di Roma, nel secondo troncone d’indagine su Mafia Capitale. Il capitolo dedicato al Recup è delicato, in quanto nelle conversazioni dei vari soggetti indagati compaiono i nomi di personalità politiche della Regione, oltre che di deputati, tutti in quota Pd, che non risultano coinvolti nell’indagine.
La tavola rotonda
Stando al contenuto degli atti, dell’appalto ne parlano a una riunione Salvatore Buzzi, Massimo Carminati, i collaboratori Claudio Bolla, Claudio Caldarelli e Carlo Guarany, e Fabrizio Testa, referente per i rapporti con la politica. I sodali discutono delle varie vie da prendere per accaparrarsi la succulenta commessa. «Se annamo soli come Solco (coop. di Mario Monge, ndr) semo deboli... », dice Guarany. «Comunque a noi –risponde Caldarelli – non ce fanno entra’…a Cns co Marotta che ce fanno entra’? Cns e Marotta (Maurizio, ndr) fanno entra’ a noi?». «Io – interviene Guarany – preferirei quest’altra soluzione (Cns, ndr) perché Monge lo vedo deboluccio…». «Va be’ – ribatte Caldarelli – semo tutti d’accordo…bisogna senti’ Marotta…mo ce rivado da Maurizio». Poi discutono del ruolo di Pino Bongiorno della Legacooplaziali: «Pino c’ha già parlato con lui (Maurizio Marotta, ndr)», racconta Guarany. «Bongiorno – interviene Caldarelli – m’ha detto “a me se me lo diceva cambiate regia…io me movo…se non me lo dicono”, perché evidentemente gl’hanno dato un’altra azienda…questo è della Regione (Alessio D’Amato, capo struttura tecnica della Sanità regionale, ndr) e allora bisogna capi’».
Astorre e Leodori
Secondo quanto ritiene Guarany, Monge avrebbe avuto contatti con alcuni politici di rilievo. «Monge c’ha detto che Astorre pure se sta a muove Leodori». Racconta ancora che «tutta la banda Astorre…Leodori…quindi, nel caso se dovessimo decide di anda’ con Solco, ce potremmo aggrega’…oppure quell’altra strada sarebbe quella de anda’ all’opposizione…sceglie una strada all’opposizione (…) ma dobbiamo scegliere la strada politica pure…capito…la strada politica sono due…o dentro il Pd, che sarebbe questa de Leodori…».
I lotti
In ulteriori conversazioni intercettate, i sodali raggiungono un obiettivo: per partecipare alla gara d’appalto, senza calpestare i piedi a nessuno, sarebbe stato necessario ottenere i «lotti o tre o quattro». Riassumono gli investigatori: «Salvatore Buzzi chiamava Claudio Caldarelli, al quale chiedeva informazioni sull’esito» di un incontro «con Angelo Scozzafava (“volevo sarpere che ci ha detto Scozzi”). Caldarelli riferiva: “Si, si, si, no, no, va bene, gli ho detto quella cosa che abbiamo detto io e te. Ha detto va bene, va bene, so che dice che…gli ha detto che doveva chiamarlo, che aspetti che lo chiama coso… Luca (Luca Gramazio, ndr), lo deve chiama’. Gli ho detto va be’, si mo ti chiamerà per lì.... dico però a te ti deve parlare questa insomma te deve di’.... vi dovete parla’ fra di voi. Comunque dice: “va be’ l’accordo è questo, tre o quattro…insomma capito… così sono tutti d’accordo, tutto a posto, tutto a posto”».
La spartizione politica
Stando alle conversazioni riportate negli atti, infine, c’è un preciso riferimento al deputato Pd Umberto Marroni. Secondo quanto è annotato negli atti «Buzzi riferiva a Carminati di chiedere a Gramazio l’indicazione dei lotti della gara Recup sui quali avrebbero dovuto definitivamente indirizzarsi, sottolineando, ancora una volta, l’esistenza di accordi politici e sottintendendo un interessamento di Marroni per una cooperativa concorrente». «A questo punto devi dirgli all’amico – dice Buzzi a Carminati riferendosi a Gramazio – noi puntiamo sempre al terzo e quarto perché il terzo è sicuro (…) lui ci deve dire». «Tu – risponde Carminati – mi hai detto però che c’era stata una causa ostativa». «Non ce l’abbiamo più», interviene Buzzi. «E allora – ribatte Carminati - mo vediamo se ce la fa fare insieme», «se ce la fa conquistare lui» dice Buzzi. Poi parlano di un’altra società che avrebbe in Morroni lo sponsor: «Ma perché – chiede Carminati – quelli che fanno? Si sono astenuti per fare in un’altra maniera?», «stanno con Marroni», puntualizza Buzzi. «Allora – ne è convinto il boss di Mafia Capitale – conviene che ci sbrighiamo».
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