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Ama, già nel bando costi maggiorati 3-4 volte

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Ama, già nel bando costi maggiorati 3-4 volte

ROMA - Anche a Roma, dove l'esempio di quanto possa rendere una gara per l'ambiente pilotata, viene proprio dall'indagine su Mafia Capitale.

Il Comune di Roma con la gara 30/13 indetta dall'Ama spa (Azienda municipale ambiente) il 17 luglio 2014, ha messo a bando, in quattro lotti, la raccolta del multi materiale pesante, leggero e degli imballaggi di vetro prodotti nelle sole attività di ristoro e mensa, per un valore di 12.811.200 euro e per la durata di due anni. Secondo la ricostruzione della Procura, nota sin dal primo troncone dell'indagine su Mafia Capitale, diversi lotti e appalti sono passati attraverso una ricerca spasmodica di accordi tra Salvatore Buzzi e soggetti politici, istituzionali e amministrativi, necessari per la definizione della gara e delle necessarie “coperture”.

Questa la storia passata che, con il nuovo troncone di indagine, si coniuga al presente e fa emergere non solo le complicità politiche, amministrative e dirigenziali (alcune nuove, altre già conosciute) quanto gli effetti di una turbativa d'asta (quale quella ipotizzata dalla Procura di Roma) per le casse comunali e, di conseguenza, per le tasche dei cittadini.

Gli esiti delle attività investigative intervenute dopo il primo troncone dell'indagine, hanno permesso di accertare come la determinazione dei valori posti a fondamento del bando di gara fosse disallineata, e in misura spropositata, rispetto ai valori medi praticati in Italia – per valori tre volte superiori a quelli indicati dalla Federazione dei servizi pubblici d'igiene ambientale (Federambiente) per il multi materiale leggero, vale a dire 300 euro a tonnellata contro i 900 di Ama spa – tali da essere remunerativi per gli assegnatari, che hanno offerto ribassi minimi.

La conferma della sproporzione tra Roma e altre città, emerge con maggiore evidenza dalle sommarie informazioni testimoniali, raccolte dai pm, di Alessandro Filippi, direttore generale di Ama spa dal 3 dicembre 2014 al posto del precedente dg Giovanni Fiscon, indagato della prima ora.

I magistrati gli domandano, tra le altre cose, se ha rilevato anomalie nella gara per la raccolta del multi materiale assegnata nel 2014 da Ama. Sulle prime la risposta di Filippi è generica (fatto logico, vista la sua provenienza dall'Acea, la multiutility capitolina dell'acqua, energia e ambiente) e riproducendo in sintesi la gestione della gara, si limita a dire che al riguardo erano in corso approfondimenti.

Poi Filippi cala sul tavolo della Procura dati e tavole sinottiche che la dicono lunga sulla longa manus della catena corruttiva tra politica, professionisti e imprese nelle gare pubbliche. «Per quanto è possibile affermare a oggi – dirà Filippi – si possono rilevare anomalie rispetto alla circostanza che la gara è stata indetta in ritardo rispetto ai tempi fisiologici, dettati dall'esaurimento delle risorse finanziarie relative ai precedenti affidamenti. Altro dato significativo è il ridotto numero dei partecipanti alla gara, così come il prezzo per cui è stata bandita la gara pare essere disallineato rispetto ai valori di benchmark di altre ed analoghe esperienze, al momento disponibili, di epoca coeva».

Per esempio, racconta Filippi, sul multi materiale pesante, per la provincia di Torino, il valore di aggiudicazione è di 205 euro a tonnellata, a fronte di una base di gara Ama che fissa il valore da 360 euro a 590 euro a tonnellata. Sul multi materiale leggero (lattine e plastica) appare clamorosa la differenza tra il valore Ama (900 euro a tonnellata) e il valore di aggiudicazione di Prato (200 euro a tonnellata) e il benchmark 2012 di riferimento di Federambiente, di 300 euro a tonnellata. Come se non bastasse, Filippi punta l'indice sul valore oggettivamente minimo dei ribassi presentati (tra lo 0,3% e l'1%, anche per il valore complessivo dei lavori).

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