Italia

Trattamento rifiuti, a fuoco gli impianti di Roma, Parma, Este e…

  • Abbonati
  • Accedi
ambiente

Trattamento rifiuti, a fuoco gli impianti di Roma, Parma, Este e Perugia

Forse non è sbagliato immaginare una “guerra dei rifiuti”. Nei fatti, nei giorni scorsi sono andati a fuoco quattro impianti di trattamento meccanico-biologico (i cosiddetti Tmb) oppure di compostaggio della frazione umida dei rifiuti. È accaduto a Roma, a Perugia, nel Padovano, a Parma.
In alcuni casi si sospetta di incendi dolosi; in altri invece è stata ipotizzata l'autocombustione oppure un'avaria ai macchinari. Secondo osservatori, potrebbe trattarsi di un segnale preoccupante di “guerra dei rifiuti”, di manovre forse anche legate alla malavita e a chi è interessato a creare emergenze-rifiuti.

Il primo incendio è avvenuto all'alba del 2 giugno a Roma, nell'impianto Tmb di via Salaria a Roma. L'impianto è dell'Ama, la società di nettezza urbana di Roma. Una nuvola di fumo dall'odore acre si è alzata nel quartiere tra villa Spada e viale Somalia. Il presidente del Terzo Municipio, Riccardo Corbucci, ha fatto sapere che è crollato il tetto della sala macchine dell'impianto e ha sollecitato la chiusura dell'impianto. Contro l'impianto si è espresso anche Roberto Scacchi, presidente della Legambiente del Lazio.

Poche ore dopo, al tramonto del 2 giugno, un incendio dalla dinamica simile ha danneggiato gravemente la sede e alcuni impianti della Gesenu a Perugia, in zona Ponte Rio. In quel momento l'azienda era vuota, poiché era giorno di festa. La società è l'azienda di nettezza urbana di Perugia, una Spa mista fra il Comune e il gruppo Cecchini controllato dall'imprenditore Manlio Cerroni.

Venerdì 5 giugno verdo le 13,30 un incendio a Este (Padova) ha colpito l'impianto di compostaggio della società estense di servizi ambientali Sesa. I pompieri hanno ipotizzato che le fiamme siano state scatenate dal surriscaldamento di un nastro trasportatore dei rifiuti organici. La popolazione estense si è allarmata per la fitta nuvola di fumo; il sindaco Giancarlo Piva ha dovuto tranquillizzare i concittadini con un comunicato ufficiale.

Il giorno dopo, sabato 6 giugno attorno alle 14, un incendio è scoppiato a Parma in un impianto dell'Iren di via Baganzola, nella zona del Cornocchio. L'ipotesi è autocombustione. L'assessore parmigiano all'Ambiente, Gabriele Folli, protesta che è la seconda volta che ciò accade all'impianto negli ultimi tre anni. Tuttavia secondo un quotidiano locale un evento simile è avvenuto anche un anno fa.

E circa un anno fa, nel luglio scorso, era accaduto un evento simile nel Milanese, in un impianto di trattamento ad Albairate che avrebbe dovuto ricevere i rifiuti organici (umidi) prodotti dall'Expo di Milano.

Gli impianti Tmb e di compostaggio hanno molti nemici. Per esempio in Campania la politica, le proteste dei comitati nimby e le spinte della malavita hanno preferito l'emergenza rifiuti, con il contorno di discariche, ecoballe e movimentazione dei camion carichi di spazzatura, piuttosto che far funzionare questi impianti capaci di trattare 8mila tonnellate al giorno di rifiuti di Napoli (contro una raccolta differenziata di 6mila). Gli impianti napoletani sono stati oggetti negli anni di innumerevoli sabotaggi.

Il solo impianto campano di Tufino, quando è stato possibile farlo funzionare appieno, per qualche mese ha dimostrato che si poteva operare come da progetto; e ciò ha disturbato molti.

© Riproduzione riservata