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Cinquecento milioni di fondi Ue per rilanciare il patrimonio del Sud

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Beni culturali

Cinquecento milioni di fondi Ue per rilanciare il patrimonio del Sud

Il divario tra Nord e Sud si sconta anche nella cultura. Per quanto il Mezzogiorno abbia tanti tesori d’arte, non riesce a valorizzarli a dovere: solo una piccola parte dei flussi turistici nazionali (appena il 15%) prende le rotte meridionali in cerca di capolavori da ammirare. Anche a questo deve servire il primo Pon (Programma operativo nazionale) interamente dedicato alla cultura riservato a cinque Regioni (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) e forte di una dote di 368,2 milioni di euro di provenienza comunitaria, a cui si aggiungono 122,7 milioni di cofinanziamento italiano, per un totale di oltre 490 milioni.

Nominato il comitato di sorveglianza
Approvato a febbraio dalla Ue, ieri il Pon è diventato operativo con la nomina, da parte del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, del comitato di sorveglianza, che dovrà sovrintendere all’investimento delle risorse, di cui è stata già decisa una prima ripartizione. Dei 360 milioni destinati alla tutela e valorizzazione dei circa 60 monumenti dislocati nelle cinque Regioni e in grado di funzionare da grandi attrattori culturali, 180 sono già stati assegnati al completamento di interventi in corso.

La prima ripartizione
In particolare, 55 milioni serviranno per ultimare progetti in fase avanzata in Campania (museo archeologico di Napoli, Certosa di Padula, aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Stabia), Puglia (area archeologica di Manduria, complesso di S. Maria della Giustizia di Taranto), Calabria (museo archeologico di Reggio Calabria, museo e parco archeologico di Sibari). Inoltre, 54 milioni saranno destinati a progetti in fase preliminare. Si tratta dei parchi archeologici di Kaulon e Scolacium (Calabria); dei castelli Svevi di Bari e Trani e dell’area archeologica di Egnazia (Puglia); del museo archeologico di Melfi, del polo museale del materano, delle aree archeologiche di Grumento e Metaponto (Basilicata); della Reggia e Real Bosco di Capodimonte, del parco archeologico di Velia, della Reggia di Caserta e del Real sito di Carditello (Campania). Ci sono, infine, 77 milioni per gli interventi selezionati e finanziati con il Poin (Programma operativo interregionale) 2007-2013, ma ancora da completare. Risorse che riguardano la Campania (Palazzo Reale e Reggia di Caserta), la Puglia (castello di Carlo V a Lecce, museo archeologico di Manfredonia, museo archeologico di S. Scolastica a Bari, ex convento di S. Antonio a Taranto, castello Svevo e complesso di S. Chiara a Bari), la Calabria (castello di Carlo V a Crotone, museo archeologico di Locri), la Sicilia (convento di S. Maria del Gesù a Ragusa).

Risorse per le imprese
Oltre che a preservare il patrimonio e a valorizzarlo, il Pon ha anche l’obiettivo di rivitalizzare il settore produttivo che opera nel territorio. Sono stati, pertanto, riservati 114 milioni alle imprese culturali e creative: un bacino di circa 1.700 aziende, di cui il 30% appartenenti al privato sociale. È la prima volta che un programma di investimenti culturali prende di mira i due fronti, intimamente connessi: la salvaguardia dei monumenti e il territorio in cui questi si trovano.

Leva della sviluppo
«C’è una strategia nazionale - ha commentato Franceschini - che punta fare della cultura una leva dello sviluppo. In questo quadro, si vogliono favorire le Regioni che hanno più bisogno perché maggiormente in ritardo sul fronte del turismo culturale, senza dimenticare di investire anche sulle infrastrutture necessarie ad arrivare in quei luoghi». Concetto su cui ha insistito il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, e il sottosegretario di Palazzo Chigi, Claudio De Vincenti, che ha ricordato come ci sia stata («Grazie al lavoro avviato da Delrio quand’era al mio posto») un’accelerazione nell’utilizzo dei fondi strutturali, prima fermo al 15% e passato al 70% di fine 2014.

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