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Immigrazione: fonti Ue, divisioni, slitta ridistribuzione

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Immigrazione: fonti Ue, divisioni, slitta ridistribuzione

Sui ricollocamenti intra-Ue di 40mila richiedenti protezione internazionale (24mila dall'Italia e 16mila dalla Grecia), al Consiglio Ue Affari interni di martedì prossimo a Lussemburgo, non ci saranno decisioni formali, ma solo una discussione sul tema. Così fonti del Consiglio Ue, che evidenziano nette divisioni sul meccanismo basato su una chiave di ripartizione obbligatoria, proposto dalla Commissione. Un ok politico è atteso dal summit dei leader del 25 e 26 giugno, ma la chiusura del dossier slitta al semestre europeo di presidenza lussemburghese, al via da luglio.

Maggioranza qualificata difficile da centrare
L'esecutivo di Bruxelles ha proposto al Consiglio Ue un sistema obbligatorio di quote per ricollocare fra tutti gli Stati membri 40mila richiedenti asilo in due anni. La proposta ha però sollevato numerose critiche, soprattutto dai Paesi dell'Est, ma in parte anche da Spagna, Francia e Germania. Le divisioni fra i Paesi membri sono tali che alla prossima riunione dei ministri degli Interni non verranno prese decisioni formali sul punto, che avrebbe dovuto essere approvato a maggioranza qualificata (voto favorevoli da paesi rappresentanti almeno il 65% della popolazione Ue).

La proposta di ripartizione della commissione Ue
La proposta avanzata dalla Commissione è basata sulla fissazione di quote di ricollocamento per ogni Paese che tengano conto per il 40% del Pil, per un altro 40% della popolazione e per un 10% ciascuno della disoccupazione e dello sforzo che i Paesi hanno già effettuato per ospitare i migranti. Secondo le percentuali di distribuzione obbligatoria, da cui Italia e Grecia sono esentate, la Francia dovrà accogliere il 16,88% dei 40mila richiedenti asilo, la Germania il 21,91% e la Svezia il 3,42 per cento.

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