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Gli esami dei «nativi digitali» e… quelli del '68

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maturita’ 2015

Gli esami dei «nativi digitali» e… quelli del '68

Dopo essere andati alle urne per la prima volta nel maggio 2014 alle elezioni europee, i giovani nati nel 1996 affrontano quest'anno gli esami di maturità. Sono i “nativi digitali”, la prima generazione cresciuta con internet . L'anno scorso, nella cabina elettorale, invece del tablet o dello smartphone i “ragazzi del '96” hanno avuto a disposizione una matita copiativa; sui banchi di scuola mercoledì 17 giugno useranno la penna biro per scrivere il tema d'italiano, come il giorno seguente per tradurre la versione di latino al liceo classico, svolgere il compito di matematica al liceo scientifico o comunque la seconda prova negli altri istituti. La terza prova scritta, predisposta dalle singole commissioni, si svolgerà lunedì 22 giugno.

La scelta del 1996 come “anno zero” per l'arrivo di internet in Italia è convenzionale (e in certa misura opinabile). Già l'anno prima Nicholas Negroponte aveva pubblicato il suo celebre saggio «Being Digital» (tradotto in italiano da Sperling & Kupfer), dove scriveva che «l'informatica non riguarda più solo il computer, è un modo di vivere». Nel libro «La scuola digitale» (Bruno Mondadori editore) Paolo Ferri indica nel 1996 l'anno dei “digital natives” per la diffusione dei primi “browser”, a cominciare da Netscape Navigator, che mantenne una posizione di preminenza fino al 1998, quando arrivò sul mercato Internet Explorer della Microsoft.

Gli esami di maturità come «media event»
All'appuntamento del 17 giugno sono attesi quasi mezzo milione di maturandi (compresi 18 mila candidati esterni); circa 12 mila sono le commissioni, che esamineranno poco più di 24 mila classi. Già da alcuni anni gli esami di maturità sono diventati anche un evento mediatico, con ampi servizi nei telegiornali e riprese tv davanti alle scuole, ma soprattutto dopo l'arrivo di internet nelle redazioni dei giornali e attraverso la diffusione dei social network.

Come per l'assegnazione degli Oscar del cinema a Hollywood o l'annuncio dei risultati elettorali, un po' tutti siamo interessati a conoscere le tracce dei temi, perché – se abbiamo fatto la maturità – ne conserviamo un ricordo personale, pur lontano nel tempo, che talvolta “riaffiora” conversando in famiglia o con amici e colleghi di lavoro. Quest'anno la scuola è già alla ribalta da diverse settimane per la contestatissima riforma di Renzi, ma gli esami di stato sono protetti con un opportuno “scudo legislativo” dal rischio di scioperi o interruzione delle prove.

Nella sostanza l'esame, nonostante alcuni cambiamenti, rimane quello proposto da Luigi Berlinguer - ministro della Pubblica Istruzione nel governo dell'Ulivo di Prodi - e introdotto a partire dall'anno scolastico 1998-99. La prova di italiano, in tutti gli indirizzi di studio, prevede la “tipologia A” per l'analisi del testo; la “tipologia B” per il saggio breve o l'articolo di giornale, scegliendo fra quattro “ambiti” (artistico-letterario, socio-economico, storico-politico, tecnico-scientifico) e utilizzando i documenti allegati(stralci da articoli di giornali, riviste o libri); la “tipologia C” per il tema di argomento storico; la “tipologia D” per il tema di ordine generale.

Nella “tipologia B” le consegne ministeriali invitano a premettere al saggio o all'articolo “un titolo coerente”. Prese alla lettera, queste indicazioni dovrebbero trasformare la commissione d'esame in una sorta di “caporedazione centrale”. Ma nei giornali succede non di rado che i titoli proposti dai redattori non vadano bene quando il pezzo arriva in caporedazione: non indaghiamo oltre per la maturità…

Dante, l'Italia del 1915, l'Expo, emergenza immigrati
Spunterà qualche anniversario nelle tracce dei temi 2015? Ci sarebbero i 750 anni di Dante, nato a Firenze nel 1265 sotto il segno dei Gemelli (come sta scritto nella Divina Commedia, quindi fra maggio e giugno) e il centenario dell'entrata in guerra dell'Italia (24 maggio 1915). Guardando all'attualità, possiamo citare l'Expo di Milano e l'emergenza immigrati. Come di consueto, ci sarà poi qualche traccia generica che permetterà ai maturandi di evitare gli argomenti più impegnativi, aggrappandosi al salvagente dei “brevi cenni sull'universo” di gramsciana memoria, cioè parlare di tutto in poche pagine (una definizione argutamente ripresa nel 1963 da Cesare Merzagora, presidente del Senato, a commento del programma onnicomprensivo del primo governo Moro).

Resta infine una legittima curiosità, quella di scoprire se nelle tracce dei temi di italiano, edizione 2015, ci sarà abbondanza o moderazione di parole in inglese. Gli esempi più recenti non sono incoraggianti, come la scelta del ministro dei Beni culturali e del turismo Dario Franceschini di chiamare “VeryBello” il portale che annuncia gli eventi organizzati per promuovere l'Expo di Milano. Anche Rai1 ha scelto “l'itagliese” per la serata di vigilia dell'apertura della manifestazione, condotta da Antonella Clerici e Paolo Bonolis il 30 aprile: “Expo 2015 – The Opening”. Quasi ogni giorno poi sentiamo parlare del Jobs Act di Renzi, in questo caso efficace sintesi in inglese per definire il nuovo contratto di lavoro a tempo indeterminato (che non esclude però il licenziamento con indennizzo).

“Versaglia” alla maturità del 1968
Correva l'anno 1968 quando, invece, in un tema di maturità per il liceo scientifico (testimone diretto lo scrivente) il Trattato di Versailles del 1919 veniva “italianizzato” e diventava la “pace di Versaglia”. Il 1968 è stato l'ultimo anno con prove d'esame in tutte le materie scritte e orali: al classico c'era anche la versione dall'italiano in latino, oltre a quelle dal latino e dal greco in italiano; le “terne” dei temi erano distinte per ciascuna maturità liceale e per le abilitazioni (così si diceva) delle magistrali e degli istituti tecnici. Forse sarebbe piaciuto a tutti i candidati un tema d'attualità, invece l'eco del '68 si è avuta solo per i futuri maestri, ma la “contestazione giovanile” era incanalata dalla traccia ministeriale in chiave pedagogica “per quanto riguarda i problemi dell'educazione”.

Gli esami di stato si svolgevano in luglio e nei mesi precedenti la cronaca dall'Italia e dal mondo aveva offerto non poche notizie d'apertura “a nove colonne” (come allora titolavano i giornali). Cominciando dall'America, il 4 aprile 1968 viene ucciso a Memphis (Tennessee) Martin Luther King, leader dei diritti civili per i neri; il 5 giugno un altro assassinio politico: a Los Angeles è colpito a morte Robert Kennedy, fratello del presidente ucciso a Dallas e aspirante candidato democratico alle presidenziali di novembre. Intanto Parigi brucia per il Maggio francese: barricate al Quartiere latino, occupata la Sorbona, il 19 maggio lo sciopero generale coinvolge due milioni di francesi, si blocca quasi tutto, interrotto anche il Festival di Cannes. Ma il 30 maggio il presidente della Repubblica, generale de Gaulle, scioglie le Camere, nella capitale sfilano 600 mila persone della “maggioranza silenziosa” e il 23 giugno i gollisti stravincono le elezioni anticipate.

Per gli sportivi italiani c'è invece la soddisfazione per la nostra nazionale, che vince per la prima (e finora unica) volta i campionati europei di calcio. Il 5 giugno l'Italia supera l'Unione Sovietica in semifinale al San Paolo di Napoli “per lancio della moneta”, dopo i tempi supplementari terminati 0 a 0 (non erano previsti i calci di rigore). Poi il 10 giugno allo stadio Olimpico di Roma l'Italia batte per 2 a 0 la Jugoslavia (con reti di Riva e Anastasi) nella finale ripetuta, dopo la prima gara terminata in parità uno a uno l'8 giugno (anche in questo caso, non essendo previsti i calci di rigore al termine dei tempi supplementari).

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