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Costo Dl pensioni, Pisauro (Upb): «Stima del governo…

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audizione alla camera

Costo Dl pensioni, Pisauro (Upb): «Stima del governo affidabile». Il “tesoretto” perde 500 milioni

Previdenza e Consulta, sul dl pensioni i conti tornano. Per Giuseppe Pisauro, presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb) la stima del governo del costo della sentenza della Corte costituzionale sulla perequazione delle pensioni superiori a tre volte il minimo è «affidabile». Nel corso di una audizone di fronte alle commissioni Finanze di Camera e Senato, Pisauro ha ricordato che palazzo Chigi ha quantificato un costo di oltre 17 miliardi nel 2015, al netto degli effetti fiscali, e di 4,4 miliardi negli anni successivi (con il passaggio per il deficit/pil dal 2,5% al 3,6%).

Dl pensioni, oneri per 500 milioni di euro dopo il primo anno
Riferendosi in particolare al decreto sul bonus pensioni, varato dal governo proprio in risposta alla sentenza 70/2015, Pisauro ha spiegato che gli obiettivi programmatici fissati dall'Esecutivo risultano «confermati», ma gli oneri per gli anni successivi al primo, «pari a 500 milioni di euro annui», implicano «una riduzione del margine a disposizione per nuove politiche».

Il “tesoretto” c’è ancora, ma decurtato
Il mezzo miliardo di euro impegnato per ottemperarare alla decisione della Consulta «non si vede nei decimali, ma significa una riduzione dei margini di manovra per nuove politiche, margini che erano costituiti dal miglioramento dei tendenziali esposto nel Def che si prevedeva di utilizzare per fare varie cose, come la disapplicazione delle clausole di salvaguardia». In altre parole, il cosiddetto 'tesoretto', «c'è ancora, ma la parte utilizzabile si riduce di 500 milioni».

Ai pensionati restituito meno del 12% di quanto prelevato
Per il resto, il decreto restituisce «meno del 12%» di quanto prelevato ai pensionati, concentrando la restituzione sugli assegni piu' contenuti, cioè quelli da tre a quattro volte il minimo. Con la restituzione integrale della mancata indicizzazione, ha detto Pisauro, «la classe che ha da tre a quattro volte la minima (la più bassa dei soggetti coinvolti), che contava quasi la metà, avrebbe ricevuto circa il 34% delle risorse complessive, mentre con il decreto riceve oltre il 67% delle risorse» destinate alla restituzione. Dunque «pur prevedendo una restituzione assai parziale, le risorse limitate sono concentrate sulle fasce di pensioni più basse».

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