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Immigrati, Alfano: ottenuto quote vincolanti, sui numeri si discute…

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Immigrati, Alfano: ottenuto quote vincolanti, sui numeri si discute ancora

«Abbiamo chiesto ed ottenuto che le quote» del meccanismo di ricollocamento «siano vincolanti per tutti e credo sia molto importante che per la prima volta si sia affrontato il tema del superamento di Dublino». Lo ha detto il ministro Angelino Alfano in un punto stampa congiunto con i colleghi francese e tedesco, Bernard Cazeneuve e Thomas De Maizere, in una pausa dei lavori del Consiglio Affari interni dell'Ue dedicato alla discussione dell'Agenda su immigrazione e asilo presentata il mese scorso dalla Commissione europea. «Abbiamo giudicato come un primo passo prima della riunione estesa ai 28 Paesi nel consiglio Consiglio Ue sull’immigrazione a Lussemburgo. Alfano ha parlato di «clima positivo» e ha aggiunto che sui numeri dei richiedenti asilo da ridistribuere dall’Italia nel resto d’Europa si «discute ancora» (l’ipotesi al momento è di ricollocare nei Paesi Ue 24 mila migranti approdati dopo il 15 aprile in Italia). Poi ha negato che il Viminale abbia mai pensato seriamente all’ipotesi di permessi umanitari temporanei, parlando di «indiscrezioni giornalistiche».

Renzi: permessi temporanei arma di reazione, ma accordo Ue vicino
Anche il premier Matteo Renzi è tornato a parlare di immigrazione. Lo ha fatto a Porta a Porta in vista del consiglio europeo di fine giugno a Bruxelles, dettando le sue condizioni: «Se su un totale di 80mila richiedenti asilo in Italia ne sono redistribuiti 30-40 mila nei Paesi Ue si va verso una gestione più saggia» (ma l'agenda messa a punto dalla Commissione Ue parla per ora di 24mila richiedenti asilo da trasferire dall'Italia negli altri Paesi Ue, ndr). E rispondendo a chi gli chiedeva cosa accadrà in mancanza di accordo al Consiglio Ue ha aggiunto: «I permessi temporanei sono un'arma di reazione che dobbiamo avere, ma la mia opinione è che l'accordo si chiude, l'Ue non si può permettere di essere solo una moneta, è interesse loro».

Alfano: sui numeri occorre si discute ancora
«Sui numeri occorre discutere ancora e certamente lo faranno i capi di Stato e di governo al prossimo consiglio» ha spiegato il ministro dell'Interno Angelino Alfano a Lussemburgo. E ha precisato: «Abbiamo chiesto ed ottenuto che le quote» del meccanismo di ricollocamento «siano vincolanti per tutti. C'è una consapevolezza diffusa che oggi Dublino non funziona più e questo è essenziale». Arrivando al Consiglio Ue a Lussemburgo Alfano aveva dichiarato: «Siamo qui per lavorare per evitare la bancarotta dell'Europa» sulla questione immigrazione. E aveva ribadito che le immagini di Ventimiglia, con gli immigrati rimandati indietro dalla gendarmeria francese e costretti a dormire sugli scogli, sono «un pugno in faccia all'Europa» e la dimostrazione che i migranti non vogliono restare in Italia.

«Devono funzionare “hot spot” e rimpatri di migranti economici»
«Abbiamo giudicato come un primo passo importante - ha detto Alfano nel corso del punto stampa congiunto - l'agenda della Commissione sull'immigrazione, sia per quello che io chiamo la rottura del “muro di Dublino” (perché si rimette in discussione il principio cardine del regolmento di Dublino, secondo cui i richiedenti asilo devono restare nel paese di primo approdo, ndr), che per il meccanismo dei rimpatri» dei migranti economici irregolari. «Abbiamo ottenuto - ha proseguito il ministro - cose positive: tempi certi per la chiusura del meccanismo di riallocazione dei profughi; un sistema di rimpatri che deve essere sempre europeo, perché più efficace; non escludiamo missioni congiunte in Africa per farci dare una mano» nei paesi di origine. Il ministro ha aggiunto: «L'efficacia del sistema dipende da come si gestiscono gli “hot spot” (i centri d'identificazione in cui separare i rifugiati da chi emigra per ragioni economiche, che va rimpatriato, ndr) che funzioneranno bene se ci sarà un meccamismo di rimpatri che funziona».

Ministro francese Cazneuve: sì a solidarietà ma con responsabilità
«Solidarietà per i rifugiati e tra Stati a condizione che accanto alla solidarietà ci sia la responsabilità condivisa», ha detto il ministro dell'Interno francese Bernard Cazneuve, che in una conferenza stampa congiunta col ministro tedesco Thomas De Maziere, al termine dell'incontro col Commissario Ue Dimitris Avramopoulos ed il ministro Angelino Alfano ha affermato: «è esattamente la linea di Francia e Germania fin dall'inizio».

Il collega tedesco De Maizière: Germania non uole la fine di Schengen
Da parte sua, De Maizière ha spiegato che la Germania «non vuole la fine di Schengen né controlli sistematici alle frontiere. Schengen è un elemento della nostra integrazione». L'Italia, ha continuato, è «chiamata a sobbarcarsi un grande fardello», che però deve essere «responsabilità di tutti» e gli Stati membri «cerano un compromesso». Al Consiglio Ue di oggi «non ci sarà un accordo» sulla distribuzione dei richiedenti asilo in Europa, ma «si apre la strada per arrivare a un compromesso», ha concluso.

Presidenza lettone: fiducia per soluzione utile a paesi in prima linea
Poco prima dell’inizio della riunione dei ministri degli Interni europei, la presidenza lettone del Consiglio Ue si è detta «fiduciosa» sulla soluzione per aiutare i paesi in prima linea ad affrontare i problemi legati ai flussi migratori. «È la prima volta - ha osservato il presidente di turno Rihards Kozlovskis - che i ministri discutono di come prevenire ulteriori morti in mare e aiutare i paesi di primo arrivo. Potremo così fornire le nostre linee guida in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno».

Morcone: tensione dovuta ad enfatizzazione delle paure
A Ventimiglia, al confine con la Francia, secondo l’analisi del capo dipartimento per l'Immigrazione del Viminale, Mario Morcone, «c’è tensione», ma «tutto è frutto di un clima che ha risentito di un'enfatizzazione delle paure. Dobbiamo riportare un po' di serenità rispetto ad una migrazione straordinaria», ma anche «convincere con fatica e pazienza i migranti che non possono andare in Francia perche' un accordo maledetto come quello di Dublino non lo permette».

Salvini (Lega): francesi fanno benissimo a difendere i loro confini
Intanto, la Lega non perde occasione per soffiare sul fuoco delle polemiche. «I francesi fanno benissimo a difendere i loro confini: vorrei che anche il nostro governo facesse lo stesso», ha detto il segretario federali Matteo Salvini, commentando questa mattina le tensioni sugli immigrati a Ventimiglia. «L'Italia - ha aggiunto - non può continuare a fare l'albergo dei clandestini. Leggo di un Piano B, ma non ho ancora capito di che si tratta. Renzi mi sembra preso dalla disperazione, si è accorto che l'hanno preso in giro».

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