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Sequestrati beni per 360 milioni

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Mafia Capitale

Sequestrati beni per 360 milioni

Scattano le misure patrimoniali nell’inchiesta Mafia Capitale2. Beni per 16 milioni di euro sono stati sequestrati ieri a Salvatore Buzzi, grande manovratore degli interessi finanziari dell’organizzazione mafiosa, capeggiata dall’ex Nar Massimo Carminati. In tutto, da dicembre a oggi, il denaro sottratto al clan capitolino ammonta 360 milioni.

La Procura della Repubblica di Roma ha messo al sicuro una nuova parte del presunto «tesoro criminale», attraverso gli accertamenti del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza capitolina, al comando del colonnello Cosimo Di Gesù. Gli investigatori delle Fiamme gialle hanno passato al setaccio i carteggi bancari e amministrativi del “Gruppo29giugno”, individuando e sequestrando quote delle coop “Eriches29”, “29giugno” e della “Sarim immobiliare”. Si tratta di cooperative e società utilizzate, stando ai riscontri d’indagine, anche per fare finanziamenti alla politica. È il caso dei complessivi 262mila euro versati alla Fondazione Nuova Italia dell’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Denaro dato attraverso i conti correnti societari tra il 2012 e il 2014.

Ma andiamo per gradi. Il “Gruppo” controllato da Buzzi conta una galassia cooperative attraverso cui il «braccio imprenditoriale» di Carminati avrebbe corrotto politici e funzionari, facendo man bassa di appalti. Gli investigatori del Ros Lazio, al comando del colonnello Stefano Russo, hanno già eseguito controlli incrociati, compiendo accertamenti patrimoniali sui conti correnti di «”29giugno cooperativa sociale Onlus”, “29giugno Servizi soc. coop. di produzione e lavoro”, “Formula Sociale”, “Eriches29” , “Cooperativa Servizi Manutenzione”, nonché delle società “Sarim Immobiliare Srl” e “Si.al. Service srl”». A «fattor comune – si legge nelle informative - le posizioni bancarie in capo alle cooperative sociali sono state alimentate da pagamenti prevalentemente provenienti da enti pubblici e da società di capitali a partecipazione pubblica – segnatamente Comune di Roma e altri municipi dislocati nell’hinterland capitolino, Provincia di Roma, Regione Lazio, Prefettura, Tesoreria di Stato, Eur Spa, Marco Polo Spa – a seguito dell’aggiudicazione di pubbliche gare d’appalto».

Le società di capitali «”Sarim Immobiliare srl” e “Si.al Service srl”, invece, sono state destinate all'acquisizione di immobili previa stipula di ingenti mutui bancari, finanziariamente sostenuti dalle locazioni dei medesimi immobili alle cooperative sociali facenti capo, appunto, a Salvatore Buzzi». In particolare, ad attirare l’attenzione degli investigatori è stata la Sarim, che solo in apparenza non sarebbe controllata da Buzzi. Si tratta di una società «attiva nel campo della locazione di beni immobili propri», che «risultava intestataria di un immobile adibito a ricovero-convitto sito in Roma, via S. Maria di Loreto, nel quale erano ubicati i centri di accoglienza la “Casa di Elettra” e “Castelverde” gestiti prima dalla “Eriches29” Consorzio di Cooperative Sociali a r.l. e successivamente dalla “29giugno”». « Adesso, più che mai – ha commentato Baldassarre Favara, consigliere Pd in Regione Lazio e presidente della Commissione Lotta alla criminalità - è necessario alzare il livello di guardia perché si faccia pienamente luce su tutto quel che ancora c’è di torbido nell’inchiesta Mafia Capitale».

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