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La crisi greca? Un’opportunità di acquisto per gli investitori

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ANALISI

La crisi greca? Un’opportunità di acquisto per gli investitori

Proprio quando il primo ministro greco, Alexis Tsipras, tuonava contro le «responsabilità criminali» del Fondo monetario, contro i creditori che vogliono «umiliare» il governo e il popolo ellenico, contro la Bce che sta «strangolando» le finanze del Paese, e proprio quando nel resto d’Europa s’era diffusa la convinzione che c’erano ben poche possibilità di accordo, che era tempo di prepararsi al peggio (Dombrovskis) e che il fallimento di Atene era «quasi certo» (Fidelity), le borse d’eurozona, che perdevano un non terribile 1%, sono risorte e hanno chiuso in guadagno. E i rendimenti dei BTp e dei Bonos, in rialzo ancora di una decina di centesimi, hanno preso a calare sotto i livelli di lunedì. Pure lo spread sul Bund s’è un poco ridotto. Sui mercati parrebbe che, contemplati gli scenari più cupi del fallimento e persino l’uscita dall’euro, la crisi greca non faccia temere nulla di quanto hanno paventato i pessimisti.

Bisogna stare attenti a questi rapidi mutamenti d’umore. Cosa abbia indotto quello di ieri è poco chiaro. Parrebbe che il calo dell’euro, iniziato a metà mattinata, abbia provocato i primi acquisti. I ribassi dei giorni scorsi hanno creato «un’opportunità di acquisto», commentavano alcuni operatori citati da Reuters. Se la spiegazione appare poco convincente, si dia uno sguardo a quanto scrivono gli analisti di Bank of America, reduci da un incontro con i maggiori gestori di fondi europei: «Siamo convinti che una pacifica soluzione della crisi greca sia una condizione necessaria per un nuovo rialzo delle borse». Insomma, il dramma di Atene, dopo aver solo sfiorato i mercati finanziari, rappresenterebbe invece l’occasione per una nuova corsa delle borse, anche perché, dicono gli uomini di BofA, gran parte dei gestori è convinta che un accordo alla fine si troverà con la Grecia e, se non si trovasse, non sarebbe una tragedia per il resto d’Eurozona.

La banca americana non è la sola ad elargire ottimismo. Morgan Stanley sostiene che le azioni europee siano «ancora attraenti per gli investitori mondiali»; anzi, che l’Europa rappresenti la miglior area geografica in cui investire per i prossimi 12 mesi. Della crisi greca non si fa menzione e, paradossalmente, l’indicatore costruito da Morgan Stanley per misurare l’umore del momento (tactical sentiment, l’hanno chiamato), starebbe per dare un inequivocabile «segnale d’acquisto». L’aspetto comico di questa analisi è che dei 33 titoli consigliati dalla banca, ben 19 (il 58%) sono inglesi, svizzeri o norvegesi. Insomma, non dell’area euro.

Per tornare a un altro sondaggio (sempre di BofA, ma tra 207 gestori di tutto il mondo), la paura del contagio greco avrebbe fatto ridurre il “sovrapeso” dei titoli europei al 46%, dal 49% di maggio. Significa che le azioni del Vecchio continente occupano i portafogli internazionali per una quota di quasi il 50% superiore a quanto suggerirebbe il naturale peso degli indici.

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