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Dossier Le parole di una vita del cronista Siani

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Le parole di una vita del cronista Siani

Quella che segue è la presentazione del libro “Le parole di una vita – Gli scritti giornalistici” scritto da Giancarlo Siani, editato nella Collana Ora Legale e da oggi per una settimana in edicola con il Sole-24 Ore

Quando quattro anni fa ho proposto al Gruppo 24 Ore la Collana editoriale “Ora legale”, ennesimo e naturale proseguimento del mio impegno giornalistico di inchiesta sull'economia criminale e sulle mafie (rectius: sistemi criminali), avevo un'idea fissa in testa: se avesse visto la luce, un solo libro non poteva mancare nell'opera. Tutti gli altri potevano essere proposti, scelti o sostituiti ma non quello.

Quando, a inizio 2015, il Gruppo 24 Ore mi ha chiamato per organizzare l'uscita editoriale dei volumi, lo stesso libro continuava ad essere la pietra di riferimento, la pietra angolare sulla quale, nella mia mente, costruire l'edificio di questa impegnativa collana editoriale.

Il libro – che per l'editing al quale è stato sottoposto non ha potuto vedere la luce per primo ma ne è il fondamento spirituale – è «Le parole di una vita», che raccoglie gli scritti giornalistici di Giancarlo Siani, un cronista libero e un martire per la verità (come si legge sullo splendido sito a lui dedicato, www.giancarlosiani.it), ucciso dalla camorra napoletana il 26 settembre 1985, quando aveva appena 26 anni.

Oggi Giancarlo avrebbe quattro anni più dei miei. Sbaglio nell'usare il condizionale. Oggi Giancarlo (gli do del tu perché tra colleghi si usa così) ha quattro anni più dei miei.
Chi gli ha portato via la presenza terrena non è riuscito, infatti, a portare via il suo insegnamento, che gli sopravvive e lo erge a vita eterna.

Ogni passo di questo Uomo (ancor prima che Giornalista) è un passo che avrei voluto compiere io e va dato atto a Raffaele Giglio, che ne ha curato l'edizione completa dell'opera nell'ambito dell'attività del Centro interuniversitario di ricerca su letteratura e giornalismo “La terza pagina”, Unità di ricerca dell'Università Federico II di Napoli, di aver magistralmente dipinto le tappe del cammino giornalistico ma ancor prima umano di Giancarlo.

In questa edizione è stata dura, durissima, scegliere gli articoli tra i 651 che sono stati pubblicati nell'edizione completa curata da Giglio per Iod edizioni ma ho dovuto farlo, nel tentativo (spero riuscito) di far conoscere a chi non lo conosceva, lo spirito “di” servizio e “al” servizio della libertà di stampa di Giancarlo Siani, nel nome della legalità e dei diritti.
Del resto, non è difficile conoscere Giancarlo. Lo farete scorrendo tutti gli articoli da lui scritti contro la pervasività della camorra (con nomi e cognomi), contro la corruzione (l'altra faccia delle mafie) nella politica e nelle istituzioni pubbliche e contro la cecità, l'omertà e il disinteresse di chi vedeva e non voleva vedere o non aveva il coraggio di denunciare i sistemi criminali imperanti in Campania. Lo farete scorrendo il messaggio scritto da Donato Marra, segretario generale della Presidenza della Repubblica dal 15 maggio 2006 al 16 febbraio 2015, leggendo la prefazione del professor Francesco Barbagallo, l'introduzione di Raffaele Giglio e la lettera di Paolo Siani al fratello.

Il manifesto di vita (eterna) di Giancarlo è in quella frase che, a breve, scorrerete in questo libro: «Chi fu giornalista una volta lo sarà in eterno». E' una frase di Federigo Verdinois scrittore e giornalista nato a Caserta nel 1844 e morto a Napoli nel 1927. Fu direttore del Giornale di Napoli, collaboratore del Fanfulla di Roma con lo pseudonimo di “picche” e dei più importanti giornali napoletani, particolarmente del Corriere del Mattino, di cui diresse la terza pagina.

In quella frase c'è una vita. Anzi: “la” vita di ogni Giornalista degno di questo nome che deve vivere la professione come una prima pelle sovrapposta a quel rivestimento esterno che madre natura dona ad ogni essere umano.

Il Giornalista, rispetto al resto del genere umano, è un privilegiato, perché quella seconda pelle sovrapposta e simbiotica alla prima, diventa una corazza con la quale vivere e descrivere i fatti per un bene superiore: la democrazia. Una corazza non che non ti fa credere di essere invincibile ma che ti consente di essere un immortale testimone super partes. Privilegio raro, rarissimo, che solo pochi Giornalisti hanno vissuto, possono e potranno vivere.

Giancarlo (continuo ad usare il presente perché sfogliando questo libro è più che mai vivo) è tra quei Giornalisti. Per capirlo basta leggere il primo articolo, scritto quando aveva 20 anni, che si ripropone in questo volume.

L'articolo “Da grande voglio fare il giornalista” è un capolavoro per chi, come me, ha cominciato a fare questo mestiere alla stessa età di Giancarlo ma è, contemporaneamente, un capolavoro di lucidità per spiegare ai lettori e all'opinione pubblica come deve essere interpretato e vissuto il Giornalismo, che non è un mestiere ma una missione. Scrive Siani (sono felice di usare il modo indicativo, tempo presente) a proposito dell'accesso alla professione in Italia a fine anni Settanta: «Oltre le leggi dell'Ordine dei giornalisti che prevedono un periodo di praticantato ed un esame di idoneità non sembra esserci una risposta esauriente alla domanda di tanti giovani che vorrebbero intraprendere la professione giornalistica. Non esiste alcun iter preciso da seguire, se non quello di tentare la strada delle “amicizie” che permette così di poter cominciare a fare esperienza presso riviste o quotidiani, oppure tentare attraverso i corridoi, affollatissimi, dei partiti politici.

Ma il problema dell'accesso alla professione giornalistica è sicuramente un punto da chiarire, perché da ciò derivano le storture di una informazione manipolata…». Solo gli ipocriti o le persone in malafede non possono non riconoscersi in questa verità scolpita nell'anima nera della storia italiana.

Chi, come Giancarlo, vive il Giornalismo (benedetto tempo presente, reso eterno dalle pagine di questo libro) al servizio della ricerca continua della verità dei fatti può permettersi di insegnare legalità e diritti.

Le parole di una vita. Eterna.

r.galullo@ilsole24ore.com

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