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«Mille scuse», così Ségolène si pente sulla Nutella

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dopo le polemiche

«Mille scuse», così Ségolène si pente sulla Nutella

«Mille scuse per la polemica sulla Nutella. D'accordo per valorizzare i progressi che sono stati fatti». Il ministro francese dell'Ambiente e dell'energia Ségolène Royal, peso massimo del Governo ed ex moglie del presidente François Hollande, ha cercato di chiudere così, con un messaggio sul suo account Twitter, il putiferio nato dalle sue dichiarazioni di lunedì sera. Quando, durante una seguitissima trasmissione televisiva su Canal+, aveva accusato il gruppo Ferrero di essere corresponsabile del processo di deforestazione, soprattutto nel Sudest asiatico, a causa dell'utilizzo dell'olio di palma nella fabbricazione della Nutella. E aveva invitato a non mangiarla più.

Il colosso italiano aveva immediatamente replicato spiegando come da ormai alcuni anni sia impegnato proprio nel favorire un processo produttivo che limiti, e in prospettiva eviti, la deforestazione. Lo stesso ha fatto l'associazione che raggruppa i grandi utilizzatori di olio di palma. Spiegando che certo si possono e si devono fare altri passi avanti (visto che attualmente solo il 20% della produzione mondiale di olio di palma, cioè circa 12,5 milioni sui 57 complessivi, rispetta i criteri di certificazione previsti dalla Roundtable on sustainable palm oil di cui fa ovviamente parte Ferrero), ma che sostituire l'olio di palma con i prodotti di altre oleaginose dal rendimento inferiore sarebbe devastante dal punto di vista ambientale.

Il ministro italiano dell'Ambiente, Gian Luca Galetti, ha detto di essere «sconcertato» per le parole della collega francese: «Che Ségolène Royal lasci in pace i prodotti italiani. E questa sera pane e Nutella!».

La moglie del premier Matteo Renzi, Agnese, non ha neppure aspettato la sera. A Milano con il marito, che ha incontrato il premier inglese David Cameron e lo ha accompagnato in una visita dell'Expo, si è seduta insieme alla figlia Ester al concept store della Nutella (all'interno dello spazio Eataly del sito espositivo) e ha ordinato crepes con Nutella e crema chantilly. Mentre la figlia ha alzato una maxi-confezione da 5 chili della crema alla nocciola come se fosse una coppa. Un modo simpatico, e di grande impatto mediatico, per rispondere indirettamente alla Royal.

La quale non è peraltro nuova a uscite da «dilettanti allo sbaraglio», mettendoci anche un po' di supponenza tutta francese, in particolare quando si tratta dell'Italia. L'anno scorso, fresca di nomina, aveva guidato la protesta dei manifestanti corsi contro il passaggio al largo delle coste dell'isola della Costa Concordia, trainata dal Giglio verso il porto di Genova, sostenendo che vi fossero enormi rischi di inquinamento per le preziose acque francesi. Nonostante avesse appena incontrato Galetti che l'aveva rassicurata al riguardo.

E sempre l'anno scorso era partita lancia in resta in una crociata contro la società Ecomouv', detenuta dall'italiana Autostrade, per supposte irregolarità nell'esecuzione del contratto per la messa in opera dell'ecotassa sui camion. La Royal aveva moltiplicato accuse strampalate e dichiarazioni imprecise, quando non palesemente false, con l'evidente obiettivo di evitare il pagamento delle penalità dovute dal Governo francese a fronte del mancato rispetto del contratto. Il risultato è che nel silenzio totale, quasi di nascosto, il Governo ha puntualmente pagato.
Chissà che il caso Nutella non l'aiuti d'ora in poi a riflettere, e informarsi, prima di parlare.

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