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5/12 Le 12 riforme / Spending review

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    Stato dell'arte
    L'ultimo Def presentato ad aprile ha fissato in 0,6 punti di Pil, ovvero 10 miliardi, l'obiettivo da centrare nel 2016 con la nuova fase di spending review. Già da diverse settimane il nuovo commissario alla revisione della spesa, Yoram Gutgeld, è al lavoro insieme a Roberto Perotti su alcune specifiche aree (dalle partecipate agli immobili pubblici fino alle sedi periferiche dello Stato, agli acquisti della Pa e alle tax expenditures). Gutgeld conta di elaborare un pacchetto di proposte da sottoporre a settembre, in vista del varo della prossima legge di stabilità, a Matteo Renzi e al ministro Padoan.

    Prospettive del provvedimento
    La nuova fase di spending è indispensabile anzitutto per disinnescare le maxi-clausole di salvaguardia da oltre 16 miliardi per il 2016, a cominciare da quella sul potenziale aumento dell'Iva, inserite nelle ultime due leggi stabilità. Un'altra finalità è quella di proseguire con il processo efficientamento della spesa con l'eliminazione degli sprechi. Resta da capire se il Governo riuscirà a individuare tagli per 10 miliardi.

    Nodi politici
    Per tagliare questo traguardo non potranno non essere toccati settori come la sanità, anche solo facendo leva sulla centralizzazione degli acquisti per beni e servizi, e le partecipate. E proprio questi sono due dei principali nodi da sciogliere, visto il no delle Regioni a subire altri tagli alla sanità e la timidezza dei Comuni sulle municipalizzate. L'altra incognita è rappresentata dai tempi di approvazione della riforma della Pa, con le sue misure di razionalizzazione di strutture e personale. Il Ddl delega Madia procede alla Camera e un passo tutt'altro che sostenuto. E un iter rallentato che non consentirebbe di “cifrare” subito preziosi risparmi.

    (M.Rog.)

    AVANZAMENTO: BASSO

    EFFICACIA: ALTA

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