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Scuola, fisco e concorrenza: tutte le riforme al bivio

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Politica economica

Scuola, fisco e concorrenza: tutte le riforme al bivio

ROMA - Il varo di altri sei decreti di attuazione della delega fiscale e il probabile ricorso alla fiducia al Senato sulla “Buona scuola” con l'obiettivo di ottenere il via libera del Parlamento alla riforma prima della pausa estiva. Sono fissate per la prossima settimana queste due tappe chiave per il destino del piano di riforme targato Renzi. Due passaggi importanti. Una sorta di bivio, dopo l'attuazione delle otto deleghe del jobs act e il primo sì di Palazzo Madama alla riforma del codice degli appalti, per la composizione del complesso mosaico degli interventi strutturali, necessari per dare maggiore forza alla ripresina economica e per rispettare gli impegni assunti con Bruxelles. Che proprio sulla base della clausole delle riforme ci ha consentito di beneficiare di maggiore flessibilità per i conti pubblici. In quest'ottica si colloca anche il percorso del primo Ddl sulla concorrenza, che dovrebbe ottenere il sì di Montecitorio entro luglio.

In rampa di lancio ci sono poi due decreti, uno sul settore bancario (accelerazione delle procedure di riscossione dei crediti deteriorati) e l'altro sulla giustizia (diritto fallimentare) che potrebbero anche vedere la luce nel prossimo Consiglio dei ministri di martedì chiamato a varare i sei decreti di attuazione della delega fiscale in quella chi annuncia una settimana importante per la partita sulle riforme.

Partita che non si annuncia del tutto in discesa. Anche perché alcuni provvedimenti non viaggiano affatto spediti. È il caso della riforma della pubblica amministrazione, che dopo una lunga navigazione al Senato corre il rischio di segnare il passo anche alla Camera. Non mancano le incognite, che non riguardano solo la riforma della scuola, su cui è in atto un braccio di ferro al Senato, ma anche la definizione della nuova fase di spending review da 10 miliardi da realizzare con la prossima legge di stabilità soprattutto per sterilizzare le maxi-clausole di salvaguardia da oltre 16 miliardi nel 2016 (in primis l'aumento dell'Iva) inserite nelle ultime due “ex Finanziarie”. Resta poi incerta la sorte del decreto sulla banda larga, atteso da tre mesi ma più volte rinviato. Anche se non è del tutto escluso che il Dl finisca sul tavolo del prossimo Cdm.

Matteo Renzi ribadisce comunque di essere intenzionato ad accelerare il più possibile. Il premier conta di incassare prima della pausa estiva dei lavori parlamentari il via libera delle Camere alla riforma delle scuola e quello dei due rami del Parlamento sulla riforma costituzionale che abolisce il Senato elettivo e riforma il Titolo V. Se questo percorso venisse confermato, l'approvazione definitiva del provvedimento (la seconda doppia lettura) potrebbe arrivare in autunno e comunque entro la fine dell'anno.

Ma la partita si gioca in gran parte sui provvedimenti economici. Il Consiglio dei ministri di martedì oltre ai sei nuovi decreti di attuazione della delega fiscale (a partire da quello sulla riforma delle sanzioni penali e amministrative, sul contenzioso e sulla lotta all'evasione) potrebbe dare l'ok a un decreto legge sul settore bancario per accelerare le procedure di riscossione dei crediti deteriorati e forse anche al Dl sulla banda larga. E tra i decreti in arrivo (anche in questo caso l'opzione “martedì” resta valida) c'è quello sulla giustizia.

Già in marcia in Parlamento è invece il primo disegno di legge sulla concorrenza. Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ripete che per sostenere la ripresa sono necessarie la riforma del lavoro, quella fiscale e le liberalizzazioni. Anche per questo motivo il cammino del provvedimento dovrebbe essere spedito: il primo sì della Camera dovrebbe arrivare entro luglio per consentire al testo di passare all'esame del Senato subito dopo la pausa estiva. Meno agevole si profila il percorso della riforma Pa, per la quale il previsto approdo domani in Aula alla Camera è stato già rimandato. L'ok di Montecitorio dovrebbe arrivare entro luglio, ma poi il provvedimento dovrà tornare a Palazzo Madama per il disco verde finale. Solo a quel punto potranno essere varati i decreti attuativi delle 13 deleghe del Ddl Madia. Per la riforma della Rai i tempi non dovrebbero invece essere lunghi. La prossima settimana al Senato dovrebbero cominciare le votazioni sui 380 emendamenti presentati in Commissione. Anche in questo caso l'obiettivo del Governo è ottenere il disco verde prima della pausa estiva.

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