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Azzollini torna in giunta e chiama in causa Legnini

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Politica

Azzollini torna in giunta e chiama in causa Legnini

«L’emendamento pro-Divina Provvidenza era di Legnini». Lo ha scritto nella sua memoria difensiva di 9 pagine, depositata in Giunta per le immunità, il senatore Ncd, Antonio Azzollini, coinvolto nel crac della casa di cura “Divina Provvidenza” di Bisceglie e destinatario della richiesta di arresti domiciliari del Tribunale di Trani. La proroga biennale della sospensione del versamento di tributi e contributi che avrebbe favorito la casa di cura, ha scritto Azzollini, porta la firma dei relatori in commissione Bilancio: Paolo Tancredi (Pdl) e Giovanni Legnini (Pd), attuale vicepresidente del Csm. A stretto giro la risposta di Legnini: «La sottoscrizione dell’emendamento è una “non notizia”», in quanto i relatori di maggioranza sottoscrivono tutti gli emendamenti frutto «di accordo della maggioranza che sostiene il governo o quelli richiesti dal governo». La norma, targata Pdl, confluì nell’emendamento finale dei relatori con altre proposte. «Non ero a conoscenza dell’esistenza della casa di cura “Divina Provvidenza”, né dei rapporti tra il senatore Azzollini e tale istituto, né potevo sapere che la stessa avesse sede nel territorio oggetto di proroghe fiscali», ha precisato Legnini.

La Giunta ieri sera si è limitata ad ascoltare per una trentina di minuti il senatore Ncd. «Ho riferito ciò che dovevo e ho presentato tutti i documenti, adesso vediamo le valutazioni della giunta», ha detto Azzollini. La prossima settimana dovrebbe anche arrivare la decisione del Tribunale del riesame al quale ha fatto ricorso il senatore, sulla richiesta di custodia cautelare avanzata dalla Procura di Trani. Il presidente della Giunta Dario Stefano ha dichiarato che è stato lo stesso senatore Azzollini a voler «chiarire alcuni elementi, dopodichè mi riservo uno spazio di riflessione. Poi il 1° luglio, alle 20, presenterò la mia proposta sulla richiesta di arresto nei confronti del senatore Azzollini in qualità di relatore».

«Dagli ulteriori documenti prodotti dal senatore Azzollini emergono ulteriori inquietanti anomalie nella richiesta di arresto - ha dichiarato il senatore Lucio Malan (Fi) - una delle suore data per presente alla famosa frase scurrile ha dichiarato per iscritto che Azzollini è sempre stato cortese e gentile con loro. Da giugno 2013 ogni atto riguardante la Casa della Provvidenza va sottoposto alla persona nominata dalla Procura, ma Azzollini andrebbe arrestato perché se no potrebbe influenzare le decisioni dell’ente».