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Scuola, per oltre 50mila assunti nomina in corso d’anno e incarico…

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LA RIFORMA

Scuola, per oltre 50mila assunti nomina in corso d’anno e incarico solo dal 2016

  • –di Eu.B.

ROMA - Alla stessa maniera di una pièce teatrale o di un film le vere sorprese della “Buona scuola” si annidano più nel sottotesto che nel testo. Se è pacifico che i primi 45mila stabilizzandi otterranno una cattedra all’inizio del nuovo anno scolastico, un po’ meno sicura appare la sorte degli altri 55mila. Che, al momento, dovrebbe consistere in un doppio step: strada facendo la nomina e a settembre 20l6 l’incarico vero e proprio.

Il condizionale è d’obbligo visto che il testo del maxiemendamento depositato martedì in commissione sul punto è abbastanza evasivo. A questa interpretazione si arriva prima incrociando i commi dedicati al piano di assunzioni con quelli riguardanti il futuro organico dell’autonomia e poi allargando lo sguardo alla macchina organizzativa che il ministero dell’Istruzione sta mettendo in piedi per farsi trovare pronto una volta che la “buona scuola” diventerà legge.

Dalle norme sulle stabilizzazioni si evince che i professori assunti per coprire il turn over o i posti vacanti - con una priorità per i vincitori e gli idonei del concorso Profumo del 2012 rispetto ai precari delle graduatorie a esaurimento - otterranno una cattedra entro il 15 settembre 2015. Gli altri, quelli cioè destinati al futuro organico dell’autonomia, otterranno l’immissione in ruolo con il meccanismo della nomina giuridica, da perfezionare, dal punto di vista economico, in corso d’anno, con l’effettiva presa di servizio presso la sede assegnata. Se nel frattempo avranno ottenuto una supplenza tale fase slitterà al 1° luglio o al 1° settembre 2016 a seconda che abbiano ottenuto un incarico fino al termine delle attività didattiche oppure annuale.

Per comprendere fino in fondo i tempi dell’intera operazioni precari ulteriori elementi giungono dalle disposizioni dell’organico dell’autonomia. Che continuerà a partire dall’anno scolastico 2016/2017 come previsto dal testo approvato dalla Camera. Con una novità di rilievo sul regime transitorio da utilizzare nel frattempo. Il ddl uscito da Montecitorio prevedeva che la chiamata diretta dei presidi potesse scattare già nel 2015/2016 con incarichi annuali, a cui poi sarebbero seguiti quelli definitivi (seppur rinnovabili ogni tre anni). Questa previsione al Senato è invece destinata a scomparire.

Cosa succederà allora alla seconda tranche di stabilizzati?

Qui giungono in supporto le operazioni che il Miur avvierà subito dopo la pubblicazione in Gazzetta della legge “Renzi-Gelmini” con l’obiettivo di concluderle entro novembre. Di fatto, nascerà una graduatoria nazionale con tutti i docenti che non sono diventati di ruolo durante la fase uno e che serviranno a coprire i posti di potenziamento previsti dalla tabella allegata al maxiemendamento (oltre ai 6.446 stimati sul sostegno). Sulla base della ripartizione per regione e per grado d’istruzione già prevista. Manca quella per classe di concorso e per ambito territoriale che verrà elaborata da viale Trastevere. A quel punto scenderanno in campo gli Uffici scolastici regionali che destineranno i prof alle singole scuole sulla base dei fabbisogni pervenuti nel frattempo dalle scuole. Solo a quel punto entreranno in gioco i presidi che destineranno i neoassunti a supplenze brevi, corsi pomeridiani eccetera. La vera chiamata diretta, con tanto di assegnazione sull’organico funzionale, scatterà solo l’anno prossimo sulla base delle scelte messe nero su bianco nei piani per l’offerta formativa (Pof).

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