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Gentiloni: se l’Ue esiste, deve aiutare la Tunisia. A Sousse…

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dopo l’attentato sulla spiaggia tunisina

Gentiloni: se l’Ue esiste, deve aiutare la Tunisia. A Sousse non ci sono feriti italiani

«Se l'Ue esiste, se l'Occidente esiste, in questo momento deve aiutare la Tunisia». Lo ha detto oggi il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, durante il suo intervento al convegno della Fondazione Symbola. All’indomani dell’attentato sulla spiaggia di Sousse dove 38 turisti sono stati uccisi a colpi di kalashnikov, il ministro degli Esteri ha ricordato che «la Tunisia è un piccolo paese, dove operano 805 imprese italiane. È l'unico ad avere mantenuto le promesse della primavera araba e forse non è un caso che sia sotto minaccia, che sia il Paese più minacciato», ha spiegato il titolare della Farnesina. La risposta agli attentati e alle minacce jihadiste, secondo Gentiloni, non può avvenire se non «rafforzando l'impegno della coalizione contro il terrorismo, dando una mano alla Tunisia».

Non ci sono feriti italiani
Il ministro ha reso noto che l'unità di crisi della Farnesina sta continuando il suo lavoro di «verifica» dell'eventuale presenza di italiani tra le persone coinvolte nell'attentato di ieri a Sousse, in Tunisia. Le ricerche, ha detto il ministro degli Esteri, proseguono «sia nel lugo dell'attentato in Tunisia», sia tramite le «ispezioni di diversi ospedali». Al momento, ha precisato il ministro, «non ci sono feriti italiani». «Il lavoro di identificazione» delle vittime «è condotto dalle autorità tunisine e per ora non abbiamo notizie di vittime italiane. Le verifiche andranno avanti nelle prossime ore», ha aggiunto il titolare della Farnesina.

Tre mesi fa l’attentato del Bardo
La Tunisia era già stata tre mesi fa, il 18 marzo 2015, nel mirino del terrorismo islamico con l’attentato al museo nazionale del Bardo di Tunisi: nell'attentato morirono 24 persone, tra cui 21 turisti, un agente delle forze dell'ordine e due terroristi, mentre 45 rimasero ferite.

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