1/4 Berlino insolvente / 1921-31: la Germania sommersa dai debiti (come Atene) sopravvive con moratorie e ingegneria finanziaria
La cifra per le “riparazioni di guerra” viene stabilita in 132 miliardi di marchi. A Versailles le potenze vincitrici della Grande Guerra impongono alla Germania sconfitta un debito spaventoso, pari al 280% del Pil tedesco del 1913. Una decisione fieramente criticata da John Maynard Keynes, e che lo stesso maresciallo Ferdinand Foch, condottiero delle truppe francesi, definisce con grande lungimiranza «non una pace, ma un armistizio per vent'anni».
La situazione tedesca - come nota Xavier Lépine, ceo di La Française AM - negli anni Venti è simile a quella della Grecia di adesso, anzi peggiore. Tanto che, come per Atene nel 2012, il 60% dell'insostenibile debito sulle spalle della Repubblica di Weimar viene rapidamente cancellato e i pagamenti annuali ridotti a due miliardi di marchi (poco più del 4% del Pil). Ma la Germania resta comunque in ginocchio per l'iperinflazione (il marco valeva meno della carta su cui era stampato), così nel 1923 viene dichiarata una moratoria. Per “dare una mano” a Berlino i vincitori varano il Piano Dawes, che secondo Lépine ricorda le soluzioni tampone europee per la Grecia. Il piano tra l'altro autorizza la Germania a pagare una piccola parte del debito emettendo un nuovo debito con una scadenza di 25 anni e un tasso di interesse del 7%. Ma la crisi di Wall Street del 1929 darà comunque il colpo di grazia ai tedeschi. Vediamo come.
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