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Riforma Senato, esame al via in commissione il 7 luglio. Minoranza Pd…

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a palazzo madama

Riforma Senato, esame al via in commissione il 7 luglio. Minoranza Pd preme per modifiche

L'ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali di palazzo Madama ha dato oggi il via all'iter del ddl Boschi sulle riforme costituzionali. Il provvedimento è stato incardinato e l’esame inizierà martedì 7 luglio, con la relazione della presidente della commissione Anna Finocchiaro sul testo arrivato dalla Camera. Subito dopo si stabilirà il calendario con le audizioni e la nomina del o dei relatori.

Verso referendum nel 2016
Per mettere il sigillo alla riforma costituzionale che supera il bicameralismo perfetto, il premier Matteo Renzi punta a chiudere la terza lettura entro la pausa estiva, all’approvazione definitiva del testo entro fine anno e al referendum confermativo nel giugno 2016. Ieri, parlando a Berlino in conferenza stampa con Angela Merkel, Renzi è stato chiarissimo nell'indicare il referendum popolare del giugno prossimo come lo snodo centrale della legislatura. L'intenzione di Renzi è quella di unire il referendum al voto nelle grandi città (Milano, Napoli, Torino, Genova e probabilmente anche Roma) in modo che la campagna referendaria faccia da traino ai sindaci.

Il cronoprogramma del governo
Ma per centrare l'obiettivo i tempi sono strettissimi. La legge del '70 prevede infatti circa sette mesi tra l'approvazione definitiva da parte del Parlamento e la celebrazione del referendum confermativo. Sette mesi che, spiegano i costituzionalisti vicini al governo, possono essere compressi sfruttando i tempi minini previsti dalla legge, ma in ogni caso non si potrà scendere al di sotto dei 5 mesi e 20 giorni. Questo vuol dire che, una volta portata a casa la difficile terza lettura del Senato prima della pausa estiva, la Camera dovrà approvare il testo senza modifiche entro la prima metà di settembre. Poi dovranno trascorrere i tre mesi previsti dalla Costituzione e il testo potrà infine essere approvato in seconda doppia lettura. Ma quest'ultimo doppio passaggio sarà in discesa: non si potranno presentare emendamenti e le assemblee dovranno esprimersi con un sì o con un no secco.

Minoranza Pd presenta documento su riforma Senato
Il prossimo passaggio della riforma Boschi in Senato è dunque l'ultimo vero scoglio del percorso: i circa 25 dissidenti del Pd vanno convinti almeno nella maggior parte a non mettersi di traverso, visto che la maggioranza a Palazzo Madama si regge su meno di dieci voti e l'apporto di una parte di Forza Italia non è affatto sicuro. Cruciale dunque la trattativa con la minoranza interna, che chiede un Senato elettivo e con più poteri per bilanciare una Camera eletta con il sistema maggioritario dell'Italicum. I senatori della minoranza Pd Vannino Chiti e Miguel Gotor presenteranno questo pomeriggio a Palazzo Madama, un documento sottoscritto al momento da 24 senatori Pd sui temi delle riforme costituzionali.

Il tentativo di mediazione di Renzi
Il premier non vuole il ritorno al Senato elettivo. Tuttavia si sta mettendo a punto un compromesso per legare di più i futuri senatori agli elettori, pur restando l'elezione di secondo grado: un listino ad hoc all'interno delle liste dei partiti per i consigli regionali in modo che gli elettori sappiano preventivamente quali dei consiglieri andranno a ricoprire anche la carica di senatori: si tratta di una modifica che può essere effettuata tramite legge ordinaria (legge delega di attuazione della riforma). Si ragiona anche su qualche modifica su competenze e composizione del Senato e sull'iter legislativo.

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