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Squinzi: in Eurogruppo prevalga il buonsenso per una soluzione negoziata

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CONFINDUSTRIA

Squinzi: in Eurogruppo prevalga il buonsenso per una soluzione negoziata

«Spero che oggi a Bruxelles prevalga il buonsenso e si riesca a arrivare a una soluzione negoziata per poter andare avanti». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine di un incontro con gli industriali del Friuli Venezia Giulia. «Personalmente - ha proseguito Squinzi - non credo che si debba pensare a un’uscita della Grecia o di altri Paesi dall’euro, perché sarebbe una sconfitta. Dobbiamo metterci un po’ di buonsenso e ritrovare quella spinta politica che avevano i padri dell’Europa, perché mai come ora essa ha bisogno di essere compatta e di andare avanti. Non dimentichiamo che pur essendo l’area più avanzata del mondo siamo quella che cresce di meno».

Bene primo trimestre ma serve crescita del 2%
Per il presidente di Confindustria «i dati del primo trimestre sono positivi ma non sufficienti per la tenuta del Paese». Riferendosi al dato complessivo di un +0,3% del primo trimestre, Squinzi ha sottolineato che si tratta di «un dato fragilissimo come il rischio di tornare in zona negativa. Serve una crescita forte. Come Confindustria abbiamo stimato che è necessario un +2% per mantenere il nostro sistema di welfare. Altrimenti saremmo costretti a ridimensionare un po’ tutto - ha concluso - dalle pensioni alla sanità».

Sindacato non ha capito, c’è bisogno di uno shock
A Ronchi dei Legionari per incontrare i vertici regionali dell’organizzazione e di Fincantieri, il presidente di Confindustria ha anche detto che «il Paese può progredire se le parti sociali spingono nella stessa direzione». Ma «il sindacato non si è reso conto della velocità di evoluzione dell'economia mondiale e ha bisogno di uno shock». «Le capacità manifatturiere dei lavoratori italiani - ha proseguito Squinzi - sono superiori a quelli degli altri Paesi. La competenza dei lavoratori e degli imprenditori è tra le più forti al mondo. Ma abbiamo bisogno di far ripartire il Paese. L’Italia può ripartire e gli imprenditori sono pronti a fare investimenti ma hanno bisogno che il Paese non sia ostile».

Fincantieri vicenda aberrante verso soluzione positiva
La visita al sito produttivo di Fincantieri è stata l’occasione per alcune riflessioni dopo la riapertura seguita al sequestro parziale da parte della magistratura. «Dovevo rendermi conto di persona di questa vicenda che ho trovato assolutamente aberrante, ma che mi sembra stia avviandosi verso una soluzione positiva», ha spiegato il numero uno degli industriali. «Dobbiamo dare atto al Governo che è intervenuto con una rapidità assolutamente inconsueta. Purtroppo questa è l’Italia: la complicazione normativo-burocratica del Paese apre lo spazio a questo tipo di comportamenti». Tuttavia, ha aggiunto Squinzi, «vicende come quelle di Fincantieri sono un’espressione perversa di una cultura anti-impresa preoccupante che dura da venti-trenta anni».

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