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4/5 Pensioni, i cinque punti di Boeri/Flessibilità sostenibile

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    È il principio di una uscita più elastica. Il montante cumulato nel corso della vita lavorativa può essere spalmato in pagamenti mensili in rapporto ad età e aspettativa di vita («speranza di vita residua»). I contribuenti che vanno in pensione prima dovrebbero, così, spalmare la cifra su molte più mensilità di chi va pensione dopo: ogni anno in meno corrisponde a una riduzione del pagamento mensile, tenendo conto di macro-fattori come demografia e andamento del sistema economico.

    Secondo Boeri si tratta di una «flessibilità sostenibile» perché «non grava sulle generazioni future» con l'aumento debito pensionistico - a condizione che si rispettino gli standard di una vita dignitosa. In altre parole, chi vuole dedicare meno tempo al proprio lavoro negli ultimi anni di carriera può farlo senza contraccolpi sul destino previdenziale (e non solo) della forza lavoro di età più giovane. Senza contare alcuni benefici in fase di aggiustamento: secondo Boeri, «questa flessibilità può essere molto utile in fase di recessione perché permette che parte dell'aggiustamento del mercato del lavoro agli shock macroeconomici avvenga attraverso riduzione dell'offerta di lavoro anziché generando disoccupazione, come avvenuto negli ultimi sette anni”.

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