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Ue, Italia al secondo posto per segnalazioni di sospette frodi

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il rapporto dell’ufficio anti-frode

Ue, Italia al secondo posto per segnalazioni di sospette frodi

L'Italia è tra i paesi con più segnalazioni e sospette frodi, ma anche tra i più reattivi. È quanto emerge dal rapporto 2014 dell'Ufficio anti-frode Olaf, presentato al Parlamento Ue in Commissione Bilancio . In generale in Europa lo scorso anno le segnalazioni sono aumentate, circa 1417 (nel 2010 non arrivavano a 1000 ) e quest'anno si prevede di arrivare a 1500. Ciò non corrisponde necessariamente alla crescita di frodi, ma alla cresciuta fiducia dei cittadini nel denunciare casi sospetti. «L'aumento delle denunce non corrisponde sempre però a informazioni utili per le indagini. Le denunce spesso sono anonime e abbiamo come criterio per decidere se aprire o respingere un'investigazione, la proporzionalità costi e benefici: non si apre un'indagine se c'è già qualcuno che la può fare meglio», afferma Giovanni Kessler, direttore dell'Olaf.

I fondi strutturali sono il settore in cui si annida il maggior numero di frodi con circa 476,5 milioni di danni, dei quali 5 milioni solo al Fondo Sociale Europeo. Secondo l'Olaf sono 901 i milioni di euro totali sottratti al bilancio Ue da recuperare. Seguono, per numero di frodi, con 174 milioni, gli aiuti esterni. Il nostro paese si posiziona al secondo posto per il numero di segnalazioni di casi sospetti, dopo la Romania, ma è anche tra i paesi più reattivi: circa il 78 % dei casi è stato rinviato a giudizio, contro una media Ue del 53 per cento.

Le fonti per le indagini italiane sono rappresentate soprattutto da privati. In Belgio in particolare sono aumentate le denunce da parte di fonti pubbliche, ma ben 28 provengono da uno stesso servizio pubblico e in gran parte sono state respinte. «Se in un paese si verificano molte denunce da parte dei privati e poche pubbliche questo può rappresentare un problema», spiega Kessler. Le 234 indagini avviate nel 2014, sono circa il 60% in più rispetto al periodo precedente al 2012, anno di riorganizzazione dell'ufficio. Mentre 250 sono le investigazioni chiuse e 397 le raccomandazioni giudiziarie, finanziarie o amministrative inviate sempre l'anno passato. Le investigazioni sull'utilizzo dei fondi a livello nazionale o locale sono 156, trentasei della sola Romania e l'Italia in quinta posizione con sette. Nel 2014 si sono recuperati 206,5 milioni di euro che sono però addebitabili ad anni precedenti.

«I recuperi effettivi possono avvenire anche dopo cinque o sei anni, ed anche a rate dopo le raccomandazioni», afferma Kessler. In aula alcuni parlamentari hanno insistito sul fatto che le indagini possano risultare più costose rispetto ad eventuali recuperi in alcuni casi. «Credo che le nostre indagini non si basino solo sui recuperi finanziari, che certamente sono importanti, ma si portano avanti investigazioni ad esempio sui funzionari o su sospetti di corruzione dove magari non si recupera un centesimo ma sono importanti da un punto di vista etico delle istituzioni, dovremmo non farle altrimenti?», afferma il direttore dell'Olaf . All'interno delle istituzioni Ue, in particolare sui membri e funzionari sono state concluse circa 40 investigazioni nel 2014, dieci hanno riguardato le Agenzie e 9 il Servizio Europeo di Azione Esterna (Eeas), la Commissione e il Parlamento Ue a pari merito con sette indagini. La durata delle indagini è in media di ventuno mesi, due mesi per selezionare il caso e decidere se seguirlo.

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