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Treviso, migranti trasferiti in ex caserma

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Treviso, migranti trasferiti in ex caserma

Sono stati trasferiti da Quinto di Treviso all'ex caserma “Serena”, a cavallo dei comuni di Treviso e Casier, i 101 migranti che erano stati ospitati per alcuni giorni in un residence. Decisione che aveva scatenato la protesta di un gruppo di residenti scesi in strada per due giorni.

La protesta era cominciata mercoledì, quando da due pullman sono scesi i profughi, scortati dalle forze dell'ordine, ma ieri mattina ha rischiato di degenerare quando prima persone non identificate hanno dato fuoco a materassi che dovevano servire a far dormire i migranti e poi è stato impedito ad alcuni addetti della cooperativa che li ha in gestione di consegnare loro ceste con del cibo. C’erano state urla e rabbia ma poi niente di più, erano presenti le forze dell'ordine, e nel pomeriggio era stato possibile consegnare le ceste.

Oggi i sindaci dei due comuni coinvolti invitano la comunità «a mantenere un comportamento civile e all'altezza dei valori che da sempre la contraddistinguono. Si invitano pertanto coloro che non sono direttamente coinvolti nella gestione tecnica delle operazioni a non recarsi nell'area interessata».

Ma a Quinto di Treviso è arrivato anche il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia: «Sono state ore concitate - ha detto -, abbiamo portato avanti una richiesta di trasferimento per questi immigrati e anche per quelli di Eraclea. Sono fiducioso del fatto che quanti stanno vivendo in queste ore queste difficoltà abbiano la giusta soddisfazione». Il governatore veneto aveva appreso, poco prima, la notizia della decisione del prefetto di Treviso di trasferire gli stranieri entro poche ore. «Questo è stato un errore bello e buono - ha continuato Zaia - perché in questo modo si dà vita ad una visione razzistica, ma nei confronti degli italiani».

Zaia era andato a Quinto anche nei giorni scorsi e aveva avuto parole molto dure nei confronti del governo e del prefetto di Treviso che aveva disposto il trasferimento dei profughi a Quinto. «Questo presidio - ha detto Zaia - va chiuso urgentemente e gli immigrati devono andarsene». «Mettere un centinaio di persone immigrate - ha aggiunto - che non sanno nulla del Veneto e noi non sappiamo chi sono, metterli in un condominio accanto a famiglie con bambini piccoli vuol dire non avere assolutamente cognizione di cosa significa».

Poi ha parlato di un processo in atto di “africanizzazione” del Veneto. I residenti sono preoccupati per il possibile crollo del valore delle loro case e i possibili problemi di ordine pubblico e sicurezza.

Oggi a Treviso si sono vissuti ancora momenti di tensione per una manifestazione davanti alla prefettura promossa da aderenti ai centri sociali per protestare contro la gestione dei profughi. Ci sono stati contatti tra le forze dell'ordine e i manifestanti. A quanto risulta, ci sono alcune decine di fermi. Sarebbero 38 gli esponenti del collettivo Ztl, vicino ai centri sociali di Treviso, trattenuti dopo la manifestazione promossa dall'associazione nei locali a pianterreno della prefettura. La manifestazione - hanno reso noto gli stessi promotori parlando degli attivisti trattenuti dalle forze dell'ordine - era finalizzata a chiedere le dimissioni del prefetto di Treviso, in particolare per aver cambiato posizione sulla collocazione dei migranti di Quinto dopo i gesti violenti attribuiti ad esponenti di Forza Nuova che ieri avevano dato il loro appoggio alla protesta dei residenti.

Anche a Padova è alta la polemica per i profughi nell'ex caserma “Prandina”, con uno scontro tra sindaco e prefetto. Il caso Quinto ha agitato anche i politici. Il segretario della Lega Matteo Salvini ha annunciato per sabato prossimo un sopralluogo. Dichiarandosi contrario a ogni forma di violenza, come aveva fatto lo stesso Zaia, e chiedendo la rimozione del prefetto, Salvini ha detto: «Oggi a Genova un uomo si è ucciso appena prima che gli notificassero lo sfratto e noi ospitiamo profughi in albergo. È evidente che questo sistema non può reggere».

Nel Pd la parlamentare Floriana Casellato ha invitato il ministro dell’Interno Angelino Alfano ad andare a Treviso. Casellato denuncia una gestione dei profughi ormai fuori controllo «sia sul piano dell'ordine pubblico sia su quello dell'accoglienza». Alessandra Moretti ha condannato gli atti di violenza e criticato il governatore che ha anche parlato di «dichiarazione di guerra» in riferimento al prefetto di Treviso.

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