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Padoan a Ft: per rendere l’euro più forte serve spingere…

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si punta a una politica fiscale comune

Padoan a Ft: per rendere l’euro più forte serve spingere sull’unione politica

La crisi greca ha mostrato che l'ipotesi che l'euro non sia irreversibile «è sul tavolo. Per eliminare questo rischio abbiamo bisogno di un euro diverso, più forte». E per essere rafforzato, accanto al completamento dell'unione monetaria, serve spingere sull'unione politica. Lo ha detto in un colloquio con il Financial Times il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, spiegando che di maggiore integrazione dell'area euro si è già iniziato a parlare nell'Eurogruppo e che il dibattito si aprirà a settembre. Padoan ha ricordato che «Italia e Francia sono stati tradizionalmente tra i sostenitori più forti di una più profonda integrazione europea, ma altri paesi sono scettici nel sostenere un maggior grado di convergenza politica».

Serve un’unione fiscale
Per il ministro dell’Economia «dobbiamo andare verso l'unione politica, per avere una vera e propria unione economica e monetaria serve una unione fiscale, con una politica fiscale comune. Questa politica fiscale deve rispondere a un parlamento, che deve essere eletto, altrimenti non c'è 'accountability'». Quando il processo partirà sarà importante bilanciare le «preoccupazioni sugli 'azzardi morali'», una priorità per molti Paesi, a partire dalla Germania, con la necessità di una «maggiore condivisione dei rischi». Serve insomma «il bastone ma anche la carota nell'evoluzione dell'unione monetaria» per rendere più 'attraente' lo stare insieme.

Non bastano piccoli aggiustamenti
Alcuni, ha spiegato il ministro, credono che bastino «piccoli aggiustamenti», che questo Padoan, invece, ritiene non sufficienti. «L'Italia chiede una vasta serie di misure - tra cui la rapida conclusione dell’unione bancaria, la creazione di un bilancio dell'Eurozona comune e il lancio di un sistema di assicurazione contro la disoccupazione comune».

Tra le sfide il lavoro
Una delle sfide è il lavoro. «I cittadini - ha detto il ministro - vogliono sapere se ottengono un lavoro o no, e se i loro figli avranno un lavoro o no. Le istituzioni europee devono essere in grado di dire: 'Sì, le probabilità di voi ottenere un posto di lavoro sono più forti che senza avere l'Europa' ».

L’avvertimento agli euroscettici
Un severo avvertimento per gli euroscettici dei paesi della zona euro. «Ci sarebbero fuga di capitali, la perdita di fiducia, fallimenti», ha detto Padoan. «Allora, si avrebbe un costo strutturale aggiuntivo al costo immediato, che potrebbe essere enorme». L’accordo finalmente raggiunto per evitare una uscita della Grecia per Padoan «dovrebbe essere visto come un momento di svolta per il continente».

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