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Verdini presenta il suo nuovo gruppo: nessuno di noi vuole iscriversi al Pd

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IL TRAVAGLIO DEL CENTRODESTRA

Verdini presenta il suo nuovo gruppo: nessuno di noi vuole iscriversi al Pd

«Noi siamo stati eletti dentro il Pdl, ognuno di noi ha la sua tradizione e voglio dire una cosa per tranquillizzare gli amici della sinistra dem: nessuno di noi ha desiderio di iscriversi al Pd». Parla Denis Verdini, nel corso della conferenza stampa al Senato di lancio della sua nuova fase politica. «Eravamo a disagio all’interno dei gruppi dove avevamo militato non rinneghiamo niente». Oltre al gruppo appena costituito a Palazzo Madama parte un’associazione di cui l’ex luogotenente di Silvio Berlusconi sarà il presidente.

«Strappo da Berlusconi fa male e addolora»
«È uno strappo e come tutti gli strappi addolora e fa male. Quando non ci sono identità di vedute nessuno finisce o muore, uno vede le cose in maniera diversa. Ho una grandissima lealtà che mi lega a Berlusconi ma vediamo le cose in maniera diversa», dice ancora Verdini tornando sulla distanza che si è venuta a creare con l’ex premier. «È sempre stato in questi vent’ anni lungimirante, però questo non significa che sempre si vedono le stesse possibilità. La nostra storia legata a Berlusconi è straordinaria e fa male parlarne».

«Le riforme sono anche nostre non solo dei dem»
Sulla possibilità di cambiare in corsa il testo delle riforme istituzionali il senatore toscano si mette nettamente di traverso. Il ddl Boschi «va approvato così com’è e se non venisse approvato si rivà nel pantano». C’è la rivendicazione della faticosa costruzione di un’intesa nelle parole di Verdini. «Nella nostra componente c’è chi ha votato le riforme e c’è chi non lo ha fatto ed è libero di mantenere questa posizione. La gran parte però le hanno votate dall’inizio sia in Senato che alla Camera. Io ricordo che abbiamo fatto le riforme insieme ad altri ma non sono le riforme di altri su certi punti c’è la nostra identità».

«Italicum va bene ma possibile modifica premio lista»
Fronte legge elettorale. Qui, qualche spazio di modifica si fa vedere. L’Italicum è una legge che in questo particolare momento «va bene, perché contiene in sé una grande modernità, ovvero la sera delle elezioni la lista che vince governa per cinque anni». Detto questo, «può essere modificato una volta che sarà approvato il ddl Boschi» spiega il leader della neoformazione Alleanza liberalpopolare-Autonomie. Per Verdini, quindi, «l’Italicum può anche essere modificato, ad esempio sul premio alla lista da assegnare invece alla coalizione, perché c’è ora una incongruenza tra il premio di maggioranza alla lista e gli sbarramenti».

«Gruppo alla Camera? Vedremo, forse a settembre»
Con lui, tra i transfughi di Palazzo Madama, altri nove senatori: Lucio Barani, presidente; Riccardo Mazzoni, vicepresidente vicario; Eva Longo, vicepresidente; Giuseppe Compagnone, tesoriere; Vincenzo D'Anna, portavoce; Ciro Falanga, segretario d'aula; Riccardo Conti, Pietro Langella e Antonio Scavone. «Forse, a settembre» è la risposta di Verdini alla domanda su quando potrà vedere la luce il parallelo alla Camera. Secondo i deputati verdiniani, tuttavia, si potrebbe anche avere un’accelerazione e dar vita al gruppo a Montecitorio già la prossima settimana.

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