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Frana in Cadore, una ragazzina fra le tre vittime. Danni a case e negozi

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a causa del maltempo

Frana in Cadore, una ragazzina fra le tre vittime. Danni a case e negozi

Una ragazzina, forse adolescente, è una delle tre vittime della frana di S. Vito di Cadore. Si tratta del secondo corpo trovato stamane dai vigili de fuoco in un'area vicina al cimitero. Le condizioni del cadavere tuttavia, non consentono ancora una determinazione certa dell'età. Finora non risultano denunce di scomparsa di minori. Le altre due vittime sono un turista polacco e un altro uomo.

Ieri sera, verso le 21, una bomba d'acqua ha investito la zona tra Cortina d'Ampezzo e San Vito di Cadore sulle Dolomiti bellunesi. Le forti precipitazioni in quota hanno causato uno smottamento di terreno che ha investito alcune auto vicino a San Vito. Una donna è stata tratta in salvo dalla vettura in cui si trovava, che il «movimento franoso» ha fatto finire oltre le barriere, mentre il cadavere del compagno, un turista polacco, è stato individuato questa mattina dai vigili del fuoco di Belluno.

Lo sfortunato escursionista si trovava a poche decine di metri dal luogo, sul greto del torrente Rusecco, dove i pompieri erano riusciti ieri sera a salvare la moglie. L'allarme è partito nella serata di ieri e i soccorsi, raggiunto il parcheggio della partenza della seggiovia di San Marco, hanno trovato molte macchine travolte.

Strade bloccate e impianti sciistici distrutti
Oltre ad aver causato almeno tre vittime e travolto alcune auto, la frana che ieri sera ha travolto una parte del Cadore in seguito a un forte temporale, ha portato alla temporanea chiusura della statale Alemagna, isolando così per alcune ore Cortina, e a diversi danni materiali, fra cui la distruzione di una seggiovia, e quella di parte di un ponte fra Auronzo e Misurina, dove è stata danneggiata anche la linea della media tensione. A San Vito di Cadore, dove si sono visti gli smottamenti più imponenti, fango e detriti hanno fatto esondare il torrente Ru' Secco, portando tonnellate di materiale fino in paese, dove sono stati danneggiati negozi e case. Sul posto i vigili del fuoco con le unità cinofile, uomini del soccorso alpino, carabinieri, polizia, guardia di finanza, protezione civile della sezione Ana Cadore.

Anas, riaperta da stanotte statale Alemagna
La strada statale 51 di Alemagna è stata riaperta al transito fin da stanotte grazie al lavoro del personale del compartimento Anas di Venezia, impegnato per diverse ore dopo che una frana ha colpito l'area del Cadore, a seguito di un violento nubifragio. In particolare, la riapertura - spiega l'Anas - è avvenuta completamente intorno a mezzanotte e dalle prime ore di questa mattina Anas ha eliminato anche il presidio fisso di assistenza alla viabilità poiché la circolazione é ritornata regolare.

La dinamica dell’evento e la viabilità
Ieri sera, verso le ore 21, si è verificata una bomba d'acqua sul medio corso del Boite, che ha provocato la contemporanea attivazione di tre colate detritiche di grandi dimensioni che hanno variamente coinvolto la SS 51, che è stata chiusa in via precauzionale e poi riaperta verso mezzanotte. In particolare, in corrispondenza della frana di Borca di Cadore la movimentazione della colata detritica del monte Antelao ha fatto scattare il sistema di allarme e la connessa procedura di protezione civile, con interdizione automatica del traffico mediante semaforo sulla statale 51. La viabilità e' rimasta chiusa per circa 50 minuti e, a seguito dell'intervento di personale e imprese di Anas, intorno alla mezzanotte è stata riaperta. Inoltre, in corrispondenza del Ponte sul Rio Rudan nel comune di Vodo di Cadore, si è verificata una colata detritica di circa 50mila metri cubi che è stata contenuta dalle opere di protezione realizzate dai Servizi Forestali Regionali e dalle arginature e dai rinforzi strutturali predisposti da Anas nell'ambito dei lavori di sistemazione dell'alveo e del ponte di propria competenza, appaltati nell'ambito del Decreto del Fare 1 e di recente ultimati. Dalla mezzanotte il transito sulla statale 51 e' stato garantito mediante sensi unici alternati, anche in considerazione della chiusura della strada regionale 48 delle Dolomiti. Intorno a mezzanotte il personale dell'Anas ha ultimato le operazioni di messa in sicurezza e pulizia del piano viabile e la strada e' stata completamente riaperta al transito. Infine, Anas comunica che per consentire una maggiore fluidita' della circolazione nella zona del Cadore a partire dalle ore 16 di oggi sara' ripristinato il transito sul ponte Cadore, dove erano in corso lavori programmati di manutenzione straordinaria e vigeva un restringimento di carreggiata dal km 67,000 al km 68,500 nel territorio di Perarolo di Cadore.

Il governatore Zaia: dissesto è emergenza nazionale
La rete regionale degli aiuti e dei soccorsi in Cadore si è messa in moto tempestivamente: le squadre dei volontari della Protezione civile sono state subito attivate e i soccorritori e i mezzi del Suem, coordinati da Paolo Rosi, sono sul posto da ieri sera. «Purtroppo episodi di questi tipo - osserva il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia - si stanno ripetendo con insistente frequenza su tutto il territorio nazionale a causa dei cambiamenti climatici, ma anche di un colpevole disinteresse verso il territorio. La vera emergenza nazionale, da aggredire senza se e senza ma, è la messa in sicurezza del suolo e la prevenzione del rischio idrogeologico. Avevamo visto giusto nel predicare da anni, in linea con il piano di interventi firmato dal professor Luigi D'Alpaos, meno cemento e più opere di difesa del suolo».

Coldiretti: in Italia l’82% dei comuni è a rischio
Più di otto comuni italiani su dieci (82%) hanno parte del territorio a rischio frane e alluvioni anche a causa dei cambiamenti climatici per le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d'acqua che il terreno non riesce ad assorbire. È quanto afferma la Coldiretti che, nel commentare la tragedia della frana in Cadore, ricorda che nel 2014 in Italia si sono verificati 211 eventi di frana importanti, che hanno causato complessivamente 14 vittime. Le regioni più colpite sono state Liguria, Piemonte, Toscana, Veneto, Campania, Lombardia e Sicilia secondo l'Ispra.

«Oggi in Italia 8,6 milioni di cittadini - sottolinea la Coldiretti - vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico, anche per la mancanza di una adeguata pianificazione territoriale. A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15% le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento che non riesce ad assorbire la violenta caduta dell'acqua».

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