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Il Papa: «Respingere i migranti è atto di guerra».…

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in vaticano

Il Papa: «Respingere i migranti è atto di guerra». Salvini: «No, è un dovere»

Respingere migranti in mare «è un conflitto non risolto, è guerra, si chiama violenza, si chiama uccidere». Rispondendo alle domande di alcuni ragazzi del Movimento eucaristico giovanile ricevuto stamane in udienza, Papa Francesco oggi si è riferito «a quei fratelli nostri rohingya», la popolazione musulmana in fuga dal Myamnar nell’Oceano Indiano, respinta da diversi Paesi dell’area. Ma è chiaro che il pensiero è volato subito ai migranti del Mediterraneo, scosso da una tragedia dopo l’altra. Ed è arrivata a stretto giro sui social la replica del leader della Lega Nord, Matteo Salvini: «Respingere i clandestini è un crimine? No, è un dovere».

«I conflitti si risolvono col rispetto dell’identità dell’altro»
Per il Pontefice, «quando identità diverse vivono insieme, sempre ci saranno i conflitti, ma - ha scandito - soltanto col rispetto dell’identità dell’altro si risolve il conflitto. Le tensioni si risolvono nel dialogo, i veri conflitti sociali e culturali si risolvono col dialogo ma prima con il rispetto dell’identità dell’altra persona». «Alla tv e sui giornali - ha aggiunto il Pontefice - vediamo conflitti che non si sanno risolvere e finiscono in guerre perché una cultura non tollera l’altra». È per questo, per il mancato rispetto dell’identità, che le minoranze religiose vengono perseguitate, come i cristiani in Medioriente, ha continuato il Papa. Che però ha criticato anche l’integralismo cattolico: «Nella nostra storia sempre ci sono stati conflitti di identità religiosa, per esempio, che venivano fuori per non rispettare l’identità dell’altra persona. “Ma questo non è cattolico, non crede in Gesù Cristo?”. Rispettalo, cerca che cosa buona ha, cerca nella loro religione, nella loro cultura i valori che ha, rispetta. Così i conflitti si risolvono col rispetto dell’identità altrui e le tensioni si risolvono col dialogo».

Ai giovani: «Coraggio e avanti senza fare i pensionati»
«In questo mondo ci sono tante guerre», ha sottolineato il Papa. «Siamo in una terza guerra mondiale combattuta a pezzi e questo è negativo. Ma ci sono anche segni di speranza e di gioia». Le nuove generazioni, innanzitutto: «Un segnale di speranza è proprio quello di vedere tanti giovani come voi, che credono in Cristo, che credono che l’amore sia più forte dell’odio, che il rispetto sia più forte del conflitto, che l’armonia sia più forte delle tensioni, che la pace sia più forte della guerra. Questa è una speranza, che a me dà tanta gioia». A conclusione dell’udienza Bergoglio ha esortato i giovani: «Coraggio e avanti, non andate in pensione a vent’anni».

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