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Forestali e mini-liti intasano le aule

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SUL TERRITORIO

Forestali e mini-liti intasano le aule

Forestali, lavoratori agricoli stagionali e invalidi. Sono questi i protagonisti che hanno fatto di Locri la zona più litigiosa d’Italia in materia di lavoro e previdenza. «La maggior parte delle cause riguarda le retribuzioni di forestali e dipendenti di consorzi di bonifica - dice il presidente del tribunale, Rodolfo Palermo -. Ci sono poi i procedimenti sulle indennità di disoccupazione dei lavoratori agricoli stagionali, mentre i due terzi del contenzioso previdenziale sono rappresentati dagli accertamenti tecnici preventivi per le pensioni di invalidità. Questa è una zona in cui l’assistenzialismo è alto e, nonostante la produttività dei magistrati sia molto buona, l’organico, fra l’altro incompleto, non è sufficiente».

Specificità locali spiegano anche l’arretrato di Lamezia Terme. Nel tribunale calabrese a intasare le aule sono state le mini-liti esplose nel 2008-2009. «È un contenzioso seriale - spiega il presidente Bruno Brattoli -, con cause spesso di pochi euro nei confronti di società che gestiscono servizi di telefonia o dell’energia rivolti al consumatore finale, che prima è arrivato di fronte ai giudici di pace e poi, in appello, al tribunale». Accorpare, quando possibile, i procedimenti è stato uno dei sistemi che ne hanno velocizzato lo smaltimento. L’obiettivo è definirli entro dicembre 2016. Senza però trascurare le nuove iscrizioni. «D’intesa con gli altri giudici e gli avvocati - continua Brattoli - ho deciso di bilanciare l’esame dell’arretrato seriale con quello di cause recenti, ma di rilievo e urgenti». Nel 2014 il tribunale di Lamezia è riuscito comunque a ridurre di 2.407 fascicoli le pendenze nel civile.

Al Sud, però, ci sono anche esempi in controtendenza. Al quarto posto tra i tribunali più “rapidi” c’è Marsala, che garantisce la definizione di una causa in poco più di un anno (375 giorni). Dalla segreteria di presidenza spiegano che il risultato è merito di un modello di gestione innovativo, adottato dal 2011, che negli ultimi anni ha consentito di abbattere notevolmente le cause ultra-triennali, grazie a un costante monitoraggio che tutti i mesi porta alla pubblicazione online di un bollettino statistico sul carico di lavoro di ogni magistrato.

Una causa di lavoro dura al massimo otto mesi, invece, a Rovereto. Lo assicura Michele Cuccaro, giudice facente funzioni del tribunale trentino che detiene il record positivo nella durata dei processi (solo 294 giorni in media): «La ricetta è la presenza di un numero di giudici (in tutto otto, ndr) adeguato rispetto alla popolazione. E ognuno di noi ha un numero di ruoli non particolarmente elevato. Aiuta, inoltre, la presenza del sistema tavolare dei registri immobiliari ai fini delle esecuzioni: il sistema di derivazione austriaca rende più facile e veloce avere la certezza della titolarità del bene».

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