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Twitter toglie il limite dei 140 caratteri ai messaggi privati. Ma come sta…

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L’ultima mossa

Twitter toglie il limite dei 140 caratteri ai messaggi privati. Ma come sta il social network?

La forza di Twitter è la sua rapidità. Un mix fra sinteticità e tecnologia che ne fa uno strumento unico nel suo genere. E forse per questo il limite dei fatidici 140 caratteri non sarà mai rimosso. Non sarebbe più Twitter, col rischio che potrebbe invece somigliare molto a Facebook. Lo stesso vincolo dei 140 caratteri, però, fino a qualche ora fa vigeva nei messaggi privati, con gli utenti che in chat dovevano interrompere frasi a metà per non sforare. E francamente sembrava un errore concettuale evidente. Da qualche ora le cose sono cambiate. Con un post ufficiale sul proprio blog, infatti, la società con sede a Market Street (San Francisco) ha annunciato la nuova modalità relativa ai famosi DM (direct messages). Addio 140 caratteri e utenti che finalmente potranno usare la messaggistica privata in totale libertà.

«Potreste chiedervi che cosa cambia dal punto di vista pubblico di Twitter. In una sola parola: niente», è scritto nel post ufficiale. «I tweet continueranno ad essere di 140 caratteri» hanno voluto evidenziare dalla società californiana. Questa mossa, però, a voler essere retroscenisti, qualche dubbio lo lascia. Nel campo del non detto compare la volontà di Twitter di competere - con quale e quanta forza si vedrà - con le tradizionali App di messaggistica istantanea. Un nome a caso? WhatsApp, che (sempre casualmente) è di proprietà di Facebook. Senza i 140 caratteri di limite, usare i DM di Twitter come chat sarà decisamente più bello e fruibile. E questo sicuramente gioverà in termini di risultati.

DM a parte, la situazione di Twitter non fa dormire sonni tranquilli agli investitori. Da ormai qualche settimana gli assetti societari hanno subito trasformazioni importanti, con l'ex Ceo Dick Costolo sollevato dal suo incarico e il ritorno di Jack Dorsey. Un avvicendamento arrivato proprio per divergenze sulla gestione e che comunque non pare aver migliorato le cose, considerato che il titolo del sito di microblogging più famoso del mondo nell'ultimo mese ha perso il 17% del suo valore al Nasdaq. In più, tutta una serie di accadimenti che sembrano accanirsi: la pressione dei governi di tutto il mondo è sempre più forte, con circa cinquemila richieste di informazioni sugli utenti nel solo primo semestre del 2015; il servizio di live streaming Periscope, vero boom dell'anno, ha generato anche grane giudiziarie, con migliaia di richieste di rimozione in pochi mesi per violazione del copyright; Facebook sta studiando una sezione di breaking news proprio sul modello di Twitter. Un'estate iniziata male che potrebbe finire peggio, insomma. Basterà la mossa di Dorsey che un paio di giorni fa ha acquistato 31mila azioni per un valore di circa 880mila dollari?
@biagiosimonetta

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