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Perché l’Italia ha un gran bisogno di laureati in discipline…

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Perché l’Italia ha un gran bisogno di laureati in discipline scientifiche ma non riesce a “produrne” abbastanza

Italia ed Europa avranno sempre più bisogno di laureati in discipline tecnico-scientifiche. Peccato che, per ora, la scelta sembri sconveniente: costi superiori ai benefici immediati e un gender gap che condanna le studentesse a ritorni più bassi della media maschile. È il paradosso svelato da un paper del Centre for European Policy Studies (Ceps) sul “rendimento” post lauream di alcuni corsi di studio in Europa («How returns from tertiary education differ by field of study: Implications for policy-makers and students»). Il problema sollevato dall'indagine, a cura di Miroslav Beblavý, Sophie Lehouelleur e dell'italiana Ilaria Maselli, è lo squilibrio tra un fabbisogno in crescita di laureati nell'area Stem (science, technology, engineering e mathematics) e l'interesse ancora «insufficiente» mostrato dalle matricole proprio per le discipline che offriranno maggiori prospettive di impiego e di retribuzione nel mercato europeo. In altre parole: le opportunità ci sono, le iscrizioni latitano. Perché? L'indagine prova a verificarlo con i numeri di quattro macro-aree (studi umanistici, scienze sociali, “Stem” e servizi non commerciabili, cioè Medicina) in cinque paesi europei (Italia, Francia, Ungheria, Polonia, Slovenia).

Questione di tempo. E costi
Il risultato? Sul breve periodo una laurea in discipline più «hard» come ingegneria o matematica potrebbe avere meno «senso finanziario» di quello profilato – a stretto giro – da corsi di laurea più soft. Un esempio del caso sono le scienze sociali, come economia e scienze politiche: corsi che attraggono di più, grazie alla combinazione di minore investimento di tempo e buoni ritorni. L'esatto contrario di quanto si verifica con le discipline Stem: il fattore tempo spaventa, mentre i retaggi culturali su discipline “maschili” come matematica e fisica fanno sì che la presenza femminile sia ridotta a poco più di un terzo del totale. Un cortocircuito che sta mettendo a repentaglio il fabbisogno di skills tecnici per la crescita europea e tenendo ai margini la quota di studentesse: appena il 33,3% su scala europea, ritoccata all'insù dall'Italia (39,8%).

Quanto rendono i corsi di laurea
La fotografia è scattata dal calcolo del valore attuale netto (Net present value, il beneficio che si può attendere) a cinque anni dalla laurea. I ritorni per gli studenti sono stimati con «un set più ampio di variabili» rispetto a criteri già noti in letteratura come il tasso di occupazione e lo stipendio medio. In particolare si introduce il fattore tempo come ingrediente del costo-opportunità: quanti anni si trascorrono sui libri e quante ore sono così “sottratte” al lavoro e alle prime retribuzioni. Se consideriamo come base 100, il valore netto di una laurea Stem stimato dai ricercatori è pari ad appena 55 per gli uomini e in rosso a -32 per le studentesse, contro un valore di 273 per scienze sociali, economia e legge (ma per le ragazze non si va oltre una media di 27) e addirittura di 398 di medicina (qui lo scarto di genere è più contenuto: per le donne è pari 262). Fanno peggio solo le discipline umanistiche (-265 per gli studenti e a -15 per le studentesse), ma sempre sul breve periodo e con un bilancio del tutto in negativo per la sola Italia.

Tornando alla carenza di laureati Stem, l'Italia “vanta” due record alla rovescia: per gli studenti, le discipline del settore sono quelle che richiedono un costo maggiore; per le studentesse, una laurea in ingegneria o scienze produce i ritorni più bassi in assoluto (-32, il doppio del -15 dell'area umanistica). Non è un caso che la ricerca faccia notare come il caso-Stem sia più netto proprio nel nostro paese: la durata eccessiva del corso, non fissato in vincoli ben definiti come all'estero, fa sì che i buoni ritorni economici prospettati dalla lauree scientifiche-ingegneristiche finiscano per essere “oscurati” dal grosso investimento di tempo (e liquidità) per aggiudicarsi la laurea.

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