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Proteste all’Aquila, il premier cambia il programma della visita nel…

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spostato l’incontro con autorità locali

Proteste all’Aquila, il premier cambia il programma della visita nel capoluogo abruzzese

Studenti, associazioni e comitati dei cittadini sul piede di guerra all'Aquila in occasione della visita del presidente del Consiglio, costretto ad annullare un incontro con le autorità per timore di disordini. L'arrivo del premier a palazzo Fibbioni, sede del municipio nel cuore del centro storico della città devastata dal sisma del 2009, è stata infatti preceduta da momenti di tensione tra manifestanti e forze dell'ordine, tensioni che hanno consigliato l’annullamento del vertice con gli Enti locali. La Polizia ha allontanato un folto gruppo di contestatori giunti fin sotto la sede del Comune e ha tenuto a distanza con un cordone di sicurezza i manifestanti, che hanno reagito anche con il lancio di alcuni fumogeni.

La polizia carica davanti al Gran Sasso Institute
La Polizia ha poi effettuato una carica di alleggerimento contro i manifestanti arrivati anche davanti alla sede del Gran Sasso Institute all'Aquila, altra tappa della visita del premier all'Aquila. Anche in questo caso i manifestanti hanno acceso fumogeni e lanciato uova contro gli agenti di polizia in tenuta antisommossa. A questo punto è partita la carica di alleggerimento dei poliziotti che hanno allontanato i contestatori a circa 200 metri di distanza.

L’incontro con le autorità locali
Renzi è giunto al Gran Sasso Instituto intorno alle 17.30, e ha subito incontrato il sindaco dela città, Massimo Cialente, il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso e la sottosegretaria con delega alla ricostruzione post sisma, Paola De Micheli, rispettando così la scaletta della visita anche se in una location diversa dal programma originale.

Renzi: no agli show mediatici, sì a discussione di merito
«No agli annunci choc, no agli annunci show, no alle comparsate, no alla medianizzazione dell'Aquila che è già stata sufficientemente resa mediatica, anche per alcuni aspetti positivi, buona l'idea di farci il G8, sì a una discussione di merito sulle questioni aperte», ha sottolineato il premier parlando a margine del vertice con le autorità. «Questa - ha aggiunto Renzi - deve essere una riunione di lavoro. Io mi ero preso un impegno: non metto piede a L'Aquila finché non è chiaro lo scenario. Talvolta in passato si è dato l'impressione di far prevalere l'aspetto scenografico sulla risoluzione dei problemi. Io sono appassionato di comunicazione ma continuare a fare visite a L'Aquila senza aver chiaro il quadro sarebbe stato discutibile. Abbiamo atteso la delibera Cipe di agosto (a disposizione circa 6 miliardi di euro, ndr), la conversione del decreto 78/2015 e ora possiamo mettere le carte in tavola», ha concluso.

Cantieri post terremoto, a metà 2016 al via monitoraggio
Il premier ha poi indicato la tabella di marcia del governo per completare la ricostruzione della città, annunciando per la metà del 2016 un monitoraggio accurato sui cantieri post-terremoto. La priorità del Governo, ha aggiunto, «è quella di far partire tanti cantieri e farli bene. Il presidente del Consiglio, ha quindi lasciato il Gran Sasso Institute poco dopo le 19.00, passando da un ingresso posteriore. Davanti alla sede del centro erano ancora presenti alcune decine di manifestanti, tenuti a distanza dalle transenne e controllati dalle forze dell'ordine in tenuta antisommossa. I manifestanti, aderenti a vari comitati locali abruzzesi scandivano slogan come «Renzi fuori dall'Abruzzo». Lanciate anche alcune uova contro gli agenti e le persone presenti davanti all'edificio.

Chi manifesta contro il premier
In piazza contro il governo si sono dati appuntamento i militanti dell'Unione degli Studenti L'Aquila, che protestano contro la recente riforma dell'Istruzione e della scuola, ma anche i comitati per la ricostruzione della città e quelli dei cittadini contro la petrolizzazione, in particolare coloro che protestano contro il nuovo insediamento Ombrina Mare 2 sulla costa teatina. Tra gli striscioni innalzati dai manifestanti campeggia la scritta «Renzi non ti vogliamo, vattene».

La crisi politica al Comune dell’Aquila
L'incontro tra il presidente del Consiglio e le istituzioni politiche della città e della Regione giunge in un momento politicamente caldo per l'Aquila. Questa mattina all'alba, al termine di un Consiglio comunale durato tutta la notte, il primo cittadino Massimo Cialente ha infatti ufficializzato la crisi della maggioranza al governo della città. L'annuncio, a sorpresa, di Cialente è arrivato dopo che il consigliere del Psi, Gianni Padovani, ha votato no (insieme ad Ettore Di Cesare, della lista civica Appello per L'Aquila che Vogliamo) al bilancio di previsione 2015, approvato con soli 17 voti favorevoli, mentre l'opposizione di centrodestra, che aveva presentato un nutrito pacchetto di emendamenti, ha invece abbandonato l'Aula.

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