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Coniugi uccisi, la figlia: colpa anche dello Stato

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omicidio nel catanese

Coniugi uccisi, la figlia: colpa anche dello Stato

Roma - Nel borsone nascondeva i pantaloni della vittima, un cellulare e un pc rubati dalla villetta di Palagonia, teatro del duplice omicidio nel catanese. Per i delitti è stato fermato Mamadou Kamara, un diciottenne ivoriano ospite nel Cara di Mineo, bloccato da una soldatessa all'ingresso del centro con il bottino in una borsa.

«È anche colpa dello Stato se i miei genitori sono stati uccisi perché permette a questi migranti di venire qui da noi e di fargli fare quello che vogliono, anche rapinare e uccidere», accusa Rosita, una delle figlie di Vincenzo Solano e Mercedes Ibanez, barbaramente uccisi in provincia di Catania. Rosita chiede spiegazioni al premier Matteo Renzi, lo invita a incontrarla nella sua casa di Milano per capire perché «un uomo e una donna possano morire per due telefonini».

Ed è subito polemica politica con il segretario della Lega, Matteo Salvini, che rilancia la sua crociata contro i Cara, dice che è colpa «solo dello Stato» e chiede di sigillare il «fottuto centro di Mineo». Giorgia Meloni (Fdi) attacca il governo, dicendo che il centro «non è sorvegliato a dovere». La maggioranza si ribella e accusa Salvini e Meloni di aver battezzato il loro «giorno dello sciacallo». Per Emanuele Fiano (Pd), «strumentalizzare il dolore di chi ha perso i genitori è il grado zero per chi fa politica». E ricorda «a Salvini e ai suoi emuli che l'emergenza immigrazione è stata resa ancora più grave proprio dalle leggi firmate da loro, a cominciare dal trattato di Dublino che blocca in Italia i migranti in arrivo».

«Il sacrificio di Anatolij Kolov, il 38enne ucraino ucciso nel tentativo di sventare una rapina, deve essere un monito per tutti a non aver paura dello straniero», sottolinea il sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano. L'uomo è stato freddato con un colpo di pistola mentre carcava di sventare una rapina in un supermercato. Per il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in linea con il premier Renzi, «si deve stabilire il principio dell'asilo politico». Alla Cnn il ministro dice che «l'accordo di Dublino va cambiato perché risale a 25 anni fa» e che «il peso non può ricadere solo sul paese d'arrivo dei migranti: non possono essere la storia o la geografia a decidere della sorte dei migranti e non si possono lasciare soli paesi come Italia, Grecia o Ungheria».

Per affrontare l'emergenza straordinaria dell'immigrazione, dopo le tragedie dei tir e i nuovi affondamenti di barconi, serve dall'Ue una «svolta», commenta il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. Dal vertice straordinario fissato il 14 settembre deve arrivare «un colpo molto concreto». In Italia c'è chi «alimenta il razzismo», dice la leader della Cgil, Susanna Camusso, «perché quando si continua a parlare di invasione o quando si sostiene che la presenza dei migranti è la ragione dei problemi dell'Italia, si continuano a creare barriere, divisioni e contrapposizioni».

Nel Cara di Mineo tutti i migranti si sono dissociati dall'accaduto: «Sono tutti sconvolti, se è stato lui è una tragedia nella tragedia, per le persone uccise e per l'integrazione», dice il direttore del Cara di Mineo, Sebastiano Maccarrone. Un episodio che segna molti passi indietro nel cammino dell'integrazione e trasforma, soprattutto per i critici, l'accoglienza come una minaccia.

A incastrare il giovane sarebbero le macchie di sangue sui pantaloni, che apparterrebbero a Vincenzo Solano, sgozzato nel proprio letto. La moglie è stata invece scaraventata giù dal balcone, nel cortile della villa. Gli investigatori della squadra mobile e i magistrati della Procura di Caltagirone, che stanno effettuando controlli con il luminol, cercando impronte digitali e tracce di Dna, esaminando le telecamere di sorveglianza della zona, ritengono che l'uomo non fosse solo. Oggi la convalida del fermo dell'ivoriano, che dichiara di aver trovato il borsone in campagna. La nipotina, figlia di Manuela Solano, è salva per miracolo: nella notte della tragedia aveva chiesto di andare a dormire a casa dei nonni, ma poi era rimasta con i genitori per andare al mare il giorno dopo.

Intanto continuano le operazioni di salvataggio in mare: 118 migranti a bordo di un gommone sono stati salvati al largo della Libia da Dignity I, la nave di Medici senza frontiere inviata sul posto dalla centrale operativa della Guardia costiera. Nel salvataggio è intervenuta anche la Cigala Fulgosi della Marina militare. Fermati tre clandestini tunisini sulle grandi navi che partono da Tunisi con rotta Palermo. Per evitare i controlli della polizia di frontiera erano fuggiti tra i vicoli, ma sono stati bloccati dagli agenti.

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