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Dossier Renzi: «Sul lavoro abbiamo voltato pagina, ora giù le tasse…

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Dossier | N. 47 articoliWorkshop The European House - Ambrosetti a Villa d'Este

Renzi: «Sul lavoro abbiamo voltato pagina, ora giù le tasse sulla casa»

«L'Italia non è più il problema economico europeo, non è più il problema dell'economia mondiale, e ha una classe straordinaria di imprenditori piccoli e medi che ha resistito in anni di crisi indipendente e nonostante la politica». Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi agli imprenditori al forum Ambrosetti di Cernobbio. «In Italia - ha detto Renzi - c’è stato un cambiamento molecolare e profondo». È necessario, ha sottolineato, «rendere questo paese più semplice e più giusto». Dentro ci devono essere le riforme e le regole del gioco. «Sono qui da diciotto mesi e non passerà giorno senza che io dia il senso dell'urgenza della grande e bellissima sfida a cui siamo chiamati, restituire all'Italia la passione e la speranza». E «smettiamo di piangerci addosso», ha detto il premier in chiusura: «il tempo degli alibi è finito».

Sul lavoro abbiamo voltato pagina
«Un anno fa la discussione era tutta sull'articolo 18 ora l'articolo 18 non c'è più. Questo significa che l'Italia ha voltato pagina sul lavoro», ha detto il premier Matteo Renzi, intervenuto al Forum Ambrosetti a Cernobbio. «La Germania - ha proseguito - ha impiegato tre anni negli anni 2000 per fare la riforma del lavoro. Allora chiese non la flessibilità ma di superare il 3% e l'Italia concesse questa opportunità». Un aumento dei posti di lavoro «di 236 mila unità, pari al venti per cento dei posti persi durante la crisi. L'Istat ci dice che la zona in cui si recuperano più posti di lavoro è il Mezzogiorno e questo è accaduto in un anno.

Sulla contrattazione le parti decidano, o ci pensa il Governo
«Il tema della contrattazione aziendale, e più in generale delle relazioni sindacali, afferisce alla rappresentanza sindacale. Con il Jobs act abbiamo dimostrato che se vogliamo fare le cose, le facciamo e anche velocemente. Confindustria e sindacati ci hanno detto `lasciateci fare a noi´. Quindi, a loro il compito, ma si diano una mossa, altrimenti ci pensa il Governo», ha detto il presidente del consiglio rispondendo alle domande degli ospiti del workshop «Intelligence in the world, Europe and Italy».

Le riforme semplificano
Il sistema delle riforme toglie alcuni poteri alle regioni ed elimina il bicameralismo perfetto che non è mai stato l'effetto di una scelta ma di una impasse. Inoltre mette nel dimenticatoio alcuni enti inutili, ha affermato Matteo Renzi, ribadendo la necessità della semplificazione del sistema.

Fisco: il nostro obiettivo è un Paese più equo
«Obiettivo di questo governo è render questo paese più semplice e più equo e giusto», ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi. «Questo coinvolge il tema del fisco ma anche della giustizia», ha aggiunto. «Dal prossimo anno Imu e Tasi non si pagano più, compresi i macchinari bullonati e l'Imu agricola». ha ribadito il presidente del Consiglio.

Riduzione delle tasse in 5 anni
La riduzione sulle tasse «guardatela come un'operazione in 5 anni», ha detto il presidente del Consiglio. «La prima operazione - ha sottolineato - è stata quella del 2014 con gli 80 euro, ossia 10 miliardi di aiuto a 10 milioni di italiani che guadagnavano meno di 1.500 euro. Nel 2015 c'è stata l'operazione sull'Irap con il costo lavoro sganciato da Irap. Dal 2016 ci sarà l'operazione sulla casa» con l'abolizione di Imu e Tasi, poi toccherà all'Ires nel 2017 e all'Irpef nel 2018». Ha ricordato che da 10 anni «si discute della tassa sulla casa. Abbiamo cambiato il nome della tassa sulla casa e l'abbiamo fatta diventare agli occhi dei cittadini una gara di acronimi: Ici, Imu e Tasi - Tasi è poi chiaramente pensato per far arrabbiare i veneti - che alla fine non ha alcun elemento di attenzione da parte della opinione pubblica».

Immigrazione: approccio comune
«Se l'Ue è solo una somma di tecnicismi burocratici è finita. L'immigrazione è un'occasione per un nuovo approccio. L'Italia sull' immigrazione al prossimo consiglio Ue non dovrà cambiare posizione: quando chiedevamo un approccio comune era per affermare l'Ue come visione di ideali», ha detto Matteo Renzi a Cernobbio.

Pil, vogliamo correre più forte nella Ue, vogliamo la maglia rosa
«Gli ultimi dati del Pil non erano desolanti prima e non sono esaltanti oggi, ma siamo tornati nel semestre al livello dei nostri partner europei, è come se un ciclista caduto fosse rientrato nel gruppo dei partner: il problema è che questo gruppo cresce poco, va piano e siccome abbiamo l'ambizione della maglia rosa, siccome vogliamo essere leader, abbiamo bisogno di correre più forte», ha detto il premier. Renzi. ha spiegato che i dati Istat «non erano desolanti prima, non sono esaltanti oggi». Ma, ha aggiunto, se si guardano le serie Istat degli ultimi vent'anni, «ci si accorge che la crescita del Pil è stata nella media della Ue per due trimestri solo nel 1995, nel 2000 e nel 2005. In tutti gli altri trimestri, la crescita risultava negativa. E questo è un problema».

Inflessibili nel far scendere nostro debito
Matteo Renzi ha ribadito la necessità dal 2016 di far scendere il debito del nostro paese. «Saremo inflessibili su questo e non perché ce lo chiede Merkel o il paese che ci sta accanto ma per i nostri figli», ha spiegato Renzi.

Eni, la scoperta del giacimento in Egitto è il simbolo di quello che l’Italia può fare
«L'Eni ha fatto una importante scoperta in Egitto, non è la prima e neanche l'ultima: l'Eni è un simbolo di quello che può fare l'Italia, anche per il suo contributo alla stabilità geopolitica», ha detto il presidente del Consiglio facendo riferimento alla scoperta del giacimento di gas nelle acque egiziane, il più grande mai scoperto nel Mediterraneo.

Il calo del petrolio può essere una opportunità
«Il calo del petrolio - ha detto il premier Matteo Renzi alla platea del Workshop Ambrosetti- può essere una opportunità per l'Italia, mentre il crollo un problema».

Punzecchia la minoranza dem
Poi parlando delle contestazioni, punzecchia la minoranza dem. «Prima mi contestava il M5s, poi la Fiom poi gli insegnanti e questa estate gli economisti. È stato un lungo anno di contestazioni con poche e rare perle di coerenza, per esempio la mia minoranza, mi ha sempre contestato con mirabile senso della coerenza. Sono loro debitore per il senso della linearità del loro pensiero». Una battuta che ha strappato un applauso. «Questo applauso è per la minoranza», ha scherzato il premier prima di concludere il suo intervento.

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