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Dossier Varoufakis a Cernobbio: «Tsipras forzato a capitolare»

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Dossier | N. 47 articoliWorkshop The European House - Ambrosetti a Villa d'Este

Varoufakis a Cernobbio: «Tsipras forzato a capitolare»

«Tsipras è stato forzato a capitolare e l'Eurogruppo si è di fatto sempre rifiutato di discutere il nostro piano per le riforme, la crescita e il consolidamento del bilancio». Con queste parole l'ex ministro delle finanze elleniche Yanis Varoufakis ha difeso punto per punto la linea seguita dal governo greco nel corso delle trattative con i creditori fino alle sue dimissioni. Varoufakis ha riproposto le sue note tesi sull'opposizione culturale e politica al tentativo della Grecia di contrastare le politiche di salvataggio condotte dalla Troika. Il paradosso, ha detto, «è che la Grecia ha dovuto accettare un programma economico che non è realizzabile, un programma che riflette una strategia che è fallita, che è impossibile rispettare per la stessa ammissione del Fondo monetario internazionale e del Tesoro americano». Secondo Varoufakis lo stesso Alexis Tsipras sa bene «che il programma concordato con i creditori non è realizzabile». Sia il caso Grecia che il caso dei migranti indicano che la risposta europea è guidata dalla «tendenza a rinazionalizzare le ambizioni europee».

«Non è stato possibile discutere il mio piano con la Troika»
L’ex ministro delle FInanze ellenico ha anche specificato meglio qual era il piano steso per risolvere i problemi finanziari greci, ma ha detto che è stato «impossibile discutere con la Troika». Il piano - ha specificato - fu steso con la collaborazione «di altri radicali sinistrorsi, come Larry Summers (ex segretario al Tesoro americano, ndr)», e prevedeva uno «swap dei titoli di debito senza alcun haircut» per i creditori della Grecia. Il piano era «un serio piano macroeconomico, che avrebbe alleviato le pressioni sui fondi del governo greco» e che prevedeva anche la creazione di «una bad bank». Lo ha raccontato lo stesso economista greco, alla platea del Workshop Ambrosetti a Cernobbio. «Il fatto che poche persone sappiano del piano è esattamente il punto - continua Varoufakis - è stato impossibile portarlo all'Eurogruppo e impossibile discuterlo con la Troika. Ed è stato sempre più difficile per me portare il mio primo ministro ad appoggiarlo: non perché fosse in disaccordo, ma perché capiva che la Troika lo considerava come un arretramento, come un atto ostile verso il processo guidato dalla Troika. Dopo due mesi, il mio primo ministro (Alexis Tsipras, ndr) è stato costretto a capitolare al programma fallito, che ora ha una nuova incarnazione». «Se lo leggete in inglese [questo nuovo piano, ndr], la sola cosa che c'è sulla crescita - prosegue Varoufakis - è che le autorità e le istituzioni si impegnano a presentare un piano per la crescita nel marzo 2016. Cosa? Dopo così tanto tempo non abbiamo ancora un piano per la crescita? Il punto è che, se paragonate il nostro piano con il memorandum of understanding, non c'è gara: c'è un solo piano moderato, credibile e finanziariamente sofisticato, ed è il primo, non il secondo».

«Divisioni fra Parigi e Berlino sulla forma di una possibile unione politica»
In Europa ci sono a tutt'oggi «serie divergenze» tra Parigi e Berlino sulla forma che dovrebbe avere l'unione politica europea, di cui tutti riconoscono la necessità, in qualche forma, ha detto ancora Yanis Varoufakis a Cernobbio. L'euro, spiega, «deve essere una moneta basata sul gold standard o una moneta sovrana? Se opti per la prima, servono regole rigide e l'uscita è la sola alternativa alla recessione permanente una volta che entri in deflazione. Una moneta sovrana ha bisogno di un'unione fiscale politicamente governata». Oggi, conclude Varoufakis, «l'indecisione resta. Abbiamo uno scontro drammatico, qualcuno dice una guerra di religione, tra Parigi e Berlino, su quale forma l'unione politica dovrebbe prendere. Non credo che qualcuno pensi che non abbiamo bisogno di una unione politica ora, ma ci sono seri disaccordi su che forma dovrebbe prendere».

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