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Scabbio (manpower): «Jobs act, la sfida ora è sulle…

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L’AD DI MANPOWER

Scabbio (manpower): «Jobs act, la sfida ora è sulle politiche attive»

CERNOBBIO

«Con il Jobs act l’Italia si avvicina al modello europeo di flexsecurity, unendo la flessibilità del mercato del lavoro ad un ampliamento delle garanzie. La sfida ora è realizzare quelle politiche attive che la legge prevede e che sono alla base di un mercato del lavoro che funzioni». Stefano Scabbio è amministratore delegato di Manpower group e presidente di Assolavoro, l’associazione che riunisce le agenzie di lavoro.

Bene, quindi, che il governo abbia varato gli ultimi decreti, completando il quadro della legge. Ora si tratta appunto di implementarla. E sono proprio le politiche attive l’aspetto che Scabbio guarda con attenzione. Da gennaio 2016 nascerà l’Anpal, l’agenzia nazionale che dovrà coordinare la rete nazionale dei servizi. Una rete che sarà formata dalle strutture regionali, dall’Inail, dall’Inps, dalle agenzie per il lavoro e dagli altri soggetti autorizzati all’attività di intermediazione, dagli enti di formazione, Italia Lavoro, Isfol, Camere di commercio, università e scuole secondarie di secondo grado. Molti soggetti, e c’è chi teme che possa essere un nuovo carrozzone. A dettare le regole dovrà essere una cabina di regia. «Abbiamo sollecitato e ottenuto il coinvolgimento delle agenzie per il lavoro. Ma il nostro ruolo è ancora tutto da definire. L’Agenzia è il motore del Jobs act, per arrivare ad un mercato del lavoro efficiente. Vedremo i provvedimenti attuativi, piuttosto che realizzare una realtà pubblico-centrica sarebbe opportuno coinvolgere maggiormente i privati nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro», dice Scabbio. Che porta ad esempio alcuni numeri: su un totale di 11 milioni 300mila contratti di lavoro stipulati nel 2014 le agenzie di interinale ne hanno intermediato 1,4 milioni, oltre il 12%, mentre gli uffici del lavoro pubblico restano sotto il 3 per cento. «Abbiamo il collegamento diretto con le imprese, siamo in grado di conoscere i profili che occorrono e che sono in continua evoluzione a seconda degli andamenti del mercato». A suo parere, bisognerebbe andare verso un modello in cui alla parte pubblica dovrebbe spettare l’attività amministrativa e ai privati il compito di far incontrare domanda e offerta. Un’attività per cui, conclude Scabbio, le agenzie potrebbero anche attingere al bacino dei dipendenti dei centri per l’impiego.

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