Italia

3/9 8 settembre 1943/La fuga di Vittorio Emanuele

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    Tutto è pronto per lasciare Roma: i reali avevano già predisposto con cura i piani di fuga in caso di occupazione tedesca. L'idea è quella di utilizzare due cacciatorpediniere, carichi di beni e con 16 milioni in contanti, per raggiungere la Sardegna. Ma l'annuncio dato da Eisenhower fa precipitare la situazione.
    Al Consiglio della Corona Vittorio Emanuele III annuncia l'armistizio, i generali presenti cadono dalle nuvole. Nessuno li aveva avvertiti affinché potessero predisporre i piani necessari. Temendo la reazione dei tedeschi qualcuno propone addirittura di sconfessare la firma di Cassibile. Alla fine si decide di procedere: Badoglio andrà alla Radio a leggere il testo dell'annuncio, come imposto da Eisenhwer. Il convoglio del Re lascia Roma poco dopo le 4 di mattina del 9 settembre: lo accompagnano Badoglio e gli aiutanti di campo. Il principe Umberto, che si vergogna di fuggire, vuole restare a Roma. Il padre gli ordina di seguirlo. L'Italia viene abbandonata a se stessa. L'obiettivo è raggiungere Pescara e la corvetta Baionetta, destinata a portare i reali a Brindisi, in salvo. Il convoglio di auto viene più volte fermato dai tedeschi, ma viene lasciato proseguire.

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