Italia

4/9 8 settembre 2015/Il dramma dell'Esercito

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    Il comando tedesco ordina l'immediato disarmo dell'Esercito italiano: 22mila ufficiali e quasi 700mila soldati vengono catturati e inviati ai campi di prigionia in Germania, rinchiusi in carri bestiame piombati per impedire la fuga. Inizia un'odissea fatta di malattie, fame e umiliazioni. Per le truppe presenti nei Balcani e in Grecia, in particolare nelle isole dell'Egeo, va anche peggio. L'emblema della tragedia è la Divisione Acqui, di stanza nell'isola di Cefalonia: i militari italiani si rifiutano di arrendersi ai tedeschi, non vogliono consegnare le armi. In assenza di un supporto logistico è impensabile resistere, ma la Divisione Acqui non cede e resiste eroicamente fino al 21 settembre: esaurite le munizioni e senza alcun appoggio da parte degli Alleati non resta che la resa. I tedeschi iniziano un sistematico massacro degli ufficiali e dei soldati sopravvissuti. Nessuno ne saprà mai il numero esatto, ma si tratta di migliaia di persone. Da allora questo episodio viene ricordato come “L'eccidio di Cefalonia”.

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