Quante volte abbiamo letto che il modo in cui mangiamo rivela la nostra personalità? Innumerevoli sono gli studi che associano abitudini a tavola e aspetti psicologici. Spesso, però, i nostri comportamenti sono influenzati da convenzioni, dall'educazione ricevuta e, perché no, da fattori di moda. Eppure esiste un alimento che da sempre viene considerato libera espressione del sé, poiché non regolamentato o influenzato da rigide regole di ‘etichetta': il gelato.
Come ha osservato qualche anno fa la psicologa Viviana Finestrella, esperta in tematiche nutrizionali, “Il gelato è un alimento che si gusta in maniera semplice e diretta (senza posate, e non c'è bisogno di sedersi a tavola) che quindi permette alla persona di ‘spogliarsi' degli aspetti formali e vivere un momento di piacere senza imporsi rigidità e controllo, atteggiamenti che invece predominano in altri momenti e periodi dell'anno (in inverno, ad esempio, quando si è al lavoro).
Il gelato contribuisce a disattivare (quanto meno ad abbassare) le nostre difese (in altre parole… ‘scioglie il Super-Io!') e a vivere in maniera più autentica e genuina, anche nelle relazioni”.
E il gelato come spia rivelatrice del nostro inconscio ha stimolato la curiosità di ricercatori di tutto il mondo, dagli Stati Uniti fino ai nostrani confini. Al punto che l'Aidi-Associazione delle industrie dolciarie italiane ha addirittura creato un suo metodo di studio. Ma tutte questo ricerche, approdando a risultati molto simili, ci dicono che c'è davvero un nesso tra gelato e personalità.
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