Sono state 45 le espulsioni nel solo 2015 dal territorio nazionale per motivi legati al terrorismo islamico. Quota che cresce a 228 dal 2002 a oggi mentre dal dicembre 2014 le persone allontanate dall’Italia sono state in totale 48. I dati sono stati forniti dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nel corso di una conferenza stampa al Viminale per l’undici settembre. «Oggi ricordiamo l’anniversario di una giornata di paura ma anche di speranza e di un attacco tragico ai fondamenti della nostra democrazia. Un giorno nel quale è stato messo a rischio un bene essenziale della vita dell'uomo d’oggi: la libertà anche dalla paura». Alfano ha sottolineato e ha voluto ringraziare gli uomini delle forze di polizia e dell’intelligence e quanti «in questi anni si sono battuti respingendo l’attacco di organizzazioni - ha detto - pericolosissime che minano la nostra convivenza».
I «foreign fighter» collegati all’Italia
Si contano 81 «foreign fighter» accorsi in Siria che hanno avuto in qualche modo a che fare con l’Italia. Di questi, cinque con nazionalità italiana (tra di essi anche il genovese Giuliano Del Nevo, morto nel 2013) e cinque con la doppia nazionalità. Nell’azione di contrasto al terrorismo internazionale, la minaccia jihadista è stata anche contrastata attraverso l’attività di monitoraggio e di controllo del territorio messa in atto dalle varie Digos. In questo senso dal gennaio 2015 ad oggi si contano 64 arresti dei quali 32 legati direttamente all'estremismo religioso. Sempre da inizio d’anno ad oggi sono state, invece, 105 le motonavi controllate e ben oltre 12mila le persone sottoposte a controllo con 1.152 veicoli perquisiti. Se le perquisizioni domiciliari hanno raggiunto la cifra di 399, 135 sono state, invece, le persone indagate in stato di libertà.
Pansa: rischio c’è ma non allarmi specifici
Il rischio di infiltrazioni terroristiche tra i migranti «esiste, e col passare del tempo aumenta sempre di più ma non abbiamo alcuna informazione che ci metta in allarme» ha spiegato il capo della polizia, Alessandro Pansa, a margine della conferenza stampa al Viminale. «È evidente che ci siamo attrezzati - ha proseguito Pansa - e ci stiamo attrezzando sempre di più per prevenire la minaccia con servizi specifici, ovvero per capire se tra i migranti possano esserci i sospetti terroristi. L’attività di prevenzione sta dando i suoi risultati anche in questo senso, come dimostrano anche alcuni respingimenti alla frontiera per mancanza dei requisiti di ingresso» (complessivamente dal gennaio 2015 ad oggi le persone espulse dal territorio nazionale o respinte in frontiera proprio per manca di questi requisiti sono 90).
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