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Dossier Il credito alle imprese riparte in modo selettivo

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    Dossier | N. 5 articoliRapporto Puglia

    Il credito alle imprese riparte in modo selettivo

    Si allenta la stretta bancaria sull’economia pugliese. Nel 2014 il calo del credito erogato è stato dell’1,5%, contro il -3,4% dell’anno precedente. A beneficiarne però – secondo il rapporto regionale di Bankitalia - sono state soprattutto le imprese medio-grandi, prevalentemente export oriented e attive solo in alcuni settori. Così, a fine 2014 il credito erogato si è allargato per le attività manifatturiere (+1,1%, salito ancora a 1,8% a marzo 2015), ma si è ristretto per i servizi (-1,2% contro il -3,2% del 2013) e si è contratto ancora per le costruzioni (da -2 a -2,2%).

    Quanto alla sua destinazione, il credito ha finanziato, prevalentemente, la ristrutturazione dei debiti e il sostegno al capitale circolante, non nuovi investimenti, rimasti ancora fermi. Continua quindi a verificarsi quella che Domenico Favuzzi, presidente di Confindustria Puglia, definisce la polarizzazione del credito. «Le banche non danno più risorse alle aziende non performanti e queste, ormai, non ci entrano nemmeno più, in filiale - dice -. E quando lo ottengono, è credito per spostare in avanti il debito. Nonostante ciò, lo spazio per nuovi investimenti c’è».

    Anche se debole per tutto il 2014, la domanda di nuovi investimenti è invece moderatamente cresciuta per tutto il 2015 – secondo Bankitalia - dopo cinque anni di riduzione e ristagno, grazie all’aumento della domanda di credito e alla progressiva distensione delle condizioni di offerta.

    Sull’offerta di credito, però, non tutto il sistema bancario si è comportato allo stesso modo. Il finanziamento del settore produttivo regionale è infatti diminuito esclusivamente – si legge nel rapporto di Bankitalia - nelle banche non locali, dell’1,9% rispetto al 2013, mentre quelle locali hanno registrato nello stesso periodo una crescita dell’1,1%, dopo la flessione registrata due anni fa.

    La crescita degli impieghi ha riguardato, in particolare, il sistema delle Popolari. A cominciare dalla più grande, la Popolare di Bari, tra le dieci che dovranno trasformarsi in spa perché con attivi superiori agli otto miliardi di euro. Il gruppo guidato da Marco Jacobini (386 filiali sparse nel territorio nazionale, 3.264 dipendenti e 68.000 soci) ha effettuato impieghi, nel 2014, per circa 9,6 miliardi di euro ed erogato nuovo credito a famiglie e Pmi per quasi 900 milioni di euro. L’attenzione all’apparato produttivo è storica: anche nel 2015 lo stock di impieghi netti erogati a società con almeno 1,5 milioni di fatturato, è infatti aumentato, agli inizi di settembre rispetto a dicembre 2014, del 2%, con lievi incrementi anche per le imprese sotto quel tetto di fatturato. Alla finanza ordinaria il gruppo aggiunge l’attività di finanza strutturata. Come per le operazioni di tranched cover a favore delle Pmi svolte in collaborazione con l’agenzia regionale PugliaSviluppo su un portafoglio di 75 milioni, 60 dei quali già originati. Come per i minibond per le imprese e come per le operazioni di project financing, soprattutto nel settore delle energie rinnovabili.

    «Facciamo la nostra parte valorizzando la territorialità, aperti a tutti i settori di attività a sostegno delle Pmi e delle famiglie – dice Marco Jacobini, presidente e ad del gruppo -. Continuiamo, cioè, a fare il nostro mestiere di banca».

    Impieghi per le imprese in crescita anche per la Popolare di Puglia e Basilicata (137 sportelli in 12 regioni, 36mila soci) che da alcuni mesi ha anche organizzato, per questa clientela, un comparto specifico. «Dopo quelli per 2,8 miliardi per imprese e famiglie raggiunti nel 2014, anche gli impieghi di questi mesi del 2015 sono cresciuti sensibilmente - spiega il presidente, Michele Stacca -. Tutti destinati a Pmi e artigiani locali, di cui rimaniamo un punto di riferimento certo». Più selettiva la domanda di credito delle imprese in cui opera la terza Popolare, la Popolare Pugliese di Matino, nel leccese (94 filiali in tre regioni, 33mila soci, 2,4 miliardi di impieghi nel 2014). «Dalle imprese - spiega il direttore generale, Mauro Buscicchio - non è venuta in questi mesi una forte domanda di credito, salvo che dal turismo, per infrastrutture e per servizi, e dal settore manifatturiero di alta qualità».

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