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nella capitale europea

“Welcome Refugees!” A Bruxelles la manifestazione in sostegno ai rifugiati

«Sono scappato e venuto in Europa perchè non volevo uccidere qualcuno per vivere». Così Mohammed rifugiato siriano arrivato in Belgio tre anni fa racconta a pochi passi dalla riunione dei ministri degli Interni Ue impegnati nel vertice straordinario sull'immigrazione a Bruxelles. Fuori dai grandi palazzi Ue , tra i cartelli “Welcome Refugees”, va in scena una azione dimostrativa: un telo azzurro come il mare, volontari distesi a terra per ricordare i corpi senza vita dei migranti, una barca con dei personaggi mascherati da leader Ue che brindano , voltano le spalle ai migranti, si fanno un selfie .

Un corteo cittadino organizzato da la “Plateforme Citoyenne au soutien aux réfugiés” è partito dal campo rifugiati per arrivare a Place Schuman vicino al vertice, nonostante la giornata di pioggia. Sul piccolo palco improvvisato si alternano volontari, i “Sans Papiers” e a rappresentare i rifugiati interviene Mohammed, 22 anni scappato dalla Siria e arrivato in Belgio tre anni fa. Il suo intervento è in fiammingo. «In Siria ero stato costretto ad arruolarmi ma io non volevo e sono scappato, mi hanno messo in prigione per due volte» prosegue Mohammed «poi sono andato verso la Turchia dove sono rimasto due settimane, poi la Grecia dove mi hanno detenuto per tre mesi, infine l'Italia, Roma e finalmente il Belgio, avevo diciannove anni».

«Noi veniamo qui per una nuova vita non per chiedere soldi, dobbiamo avere il diritto di vivere e di scegliere dove» ribadisce Mohammed . Rivolgendosi poi ai rifugiati che continuano ad arrivare in queste ore dice «Tenete alta la speranza, perché dove c'è speranza c'è vita, dove c'è vita c'è speranza, dovete essere attivi, imparare la lingua del paese dove andate per integrarvi nel migliore dei modi, io ringrazio i paesi occidentali per avermi accolto».

Interviene anche la portavoce della piattaforma cittadina a Bruxelles a sostegno dei rifugiati Elodie Francart «Siamo qui per chiedere un cambiamento nelle politiche migratorie Ue è ora di pensare alle cause delle migrazioni, alle persone, si pensa sempre alle frontiere, ai controlli e ai respingimenti, è giunto il momento di cambiare rotta».
Nel campo al parco Maximilien di Bruxelles ci sono ora oltre mille rifugiati accampati sotto la pioggia, negli ultimi giorni, compreso oggi, a Bruxelles ha continuato a piovere, la situazione diventa difficile ma i volontari e soggetti che lavorano quotidianamente sull'immigrazione hanno avviato attività per bambini e soprattutto la scuola.
«Il governo belga non si sta assumendo alcuna responsabilità politica sull'immigrazione, si appoggia al lavoro di cittadini e volontari che fanno ciò che dovrebbe fare il governo» così conclude la portavoce dei volontari che gestiscono il campo rifugiati a Bruxelles.

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