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Gentiloni ai Paesi dell’Est: «Dalla Ue non si può solo prendere»

«Non si può pensare di prendere dal'Europa solo quello che serve e rifiutarsi di collaborare per risolvere i problemi comuni». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni a Londra, rispondendo a una domanda sulle resistenze dei Paesi dell'Est europeo al piano Ue per i migranti. Il ministro ha parlato della necessità di rispondere con un «atteggiamento deciso», evocando la possibilità di una riunione anticipata dei ministri degli Esteri che l'Italia si aspetta sia convocata da Federica Mogherini nei prossimi giorni. Gentiloni ha spiegato che di eventuali sanzioni ai Paesi Ue che non collaborano sul fronte migranti «ne discuteremo», «ma di certo», ha avvertito, «non possiamo pensare che qualcuno possa prendere solo la parte che gli interessa dell'Europa». Il problema, ha spiegato il titolare della Farnesina da Londra, «è che rischiamo di assistere al riemergere di barriere che costituiscono una minaccia ai progetti europei».

Deludente la riunione Ue di lunedì
Il ministro non nasconde la sua delusione per l'esito della riunione sui migranti: «Purtroppo le decisioni sono state congelate», ha rilevato oggi da Londra. «Non nascondo - ha detto - una certa preoccupazione: i tempi d'evoluzione di questa vicenda tendono a non coincidere con i tempi delle decisioni europee» ed è «un problema». Secondo il ministro degli Esteri, «bisogna darsi una mossa», pena il rischio di «passi indietro su Schengen» e del «riemergere di frontiere e barriere» incompatibili con «il progetto europeo». Il ministro ha insistito sulla necessità di modificare le regole del trattato di Dublino in tema d'immigrazione, salvaguardando invece Schengen e «un pilastro fondamentale» come quello del principio della libera circolazione delle persone in Europa.

Libia: se ci sarà un governo unitario altri Paesi aiutino
Se si arriverà a un governo di unità nazionale in Libia, l'Italia punta «a coinvolgere altri Paesi a collaborare» per sostenerlo e aiutarlo, ha sottolineato il ministro degli Esteri. «Il governo che potrebbe nascere potrebbe avanzare diverse richieste», ha sottolineato il titolare della Farnesina, invitando comunque a non diffondere «eccessivi ottimismi» sui negoziati che stanno per riprendere in Marocco. «Dobbiamo dare il messaggio che dice “siamo nella fase finale del negoziato” e, se questo negoziato avrà successo, la comunità internazionale sarà pronta a intervenire su richiesta del governo libico», ha spiegato.
«Con il Regno Unito abbiamo confermato un comune impegno in queste ore e in questi giorni per cercare di arrivare a un approdo positivo in Libia», ha affermato Gentiloni, che lunedì sera ha avuto una cena di lavoro con il collega britannico, Philip Hammond.

Siria: i raid non risolvono, la soluzione è politica
La soluzione del conflitto in Siria non può avvenire «solo sul piano militare, credo lo sappia anche il Regno Unito: abbiamo bisogno di una transizione politica», ha detto il ministro rispondendo a una domanda sulla possibile partecipazione britannica ai raid sul territorio siriano. Il ministro degli Esteri ha ricordato che esiste una coalizione internazionale contro i jihadisti attivi in Siria e Iraq e ha osservato che «la priorità dell'Italia» in questo ambito è «soprattutto fornire armi e addestramento a esercito e polizia irachene e ai peshmerga curdi».

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