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Martina Levato non sarà in aula alla prima udienza del processo

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coppia dell’acido

Martina Levato non sarà in aula alla prima udienza del processo

Martina Levato non sarà presente domani alla prima udienza del processo milanese con rito abbreviato che la vede imputata per associazione per delinquere per una serie di aggressioni con l'acido, assieme al presunto complice Andrea Magnani, il quale invece sarà in aula. La difesa della bocconiana, però, non presenterà alcuna richiesta di legittimo impedimento per motivi di salute, come era stato ipotizzato nei giorni scorsi. «Produrremo documentazione medica per giustificare l'assenza di Martina - ha spiegato uno dei suoi legali, l'avvocato Alessandra Guarini - che non intende affatto mancare di rispetto al Tribunale, anche perché non è intenzione di Martina sottrarsi alla giustizia». Levato ha partorito lo scorso Ferragosto e il bimbo è attualmente affidato ad una comunità.

Stefano Savi non sarà in aula
Domani, come ha spiegato il suo legale, l'avvocato Andrea Orabona, nemmeno Stefano Savi, il giovane sfigurato lo scorso 2 novembre, sarà davanti al gup Roberto Arnaldi. Savi, invece, era presente ieri come parte civile nel processo con rito immediato per le stesse accuse a carico di Alexander Boettcher. Pietro Barbini, l'altro studente sfregiato e difeso dal legale Paolo Tosoni, è a Boston dove studia e sarà in Tribunale per testimoniare nel processo a carico di Boettcher, quando verrà convocato.

Per l’aggressione a Barbini la coppia è già stata condannata a 14 anni
Per l'aggressione a Barbini Martina e Alexander sono già stati condannati a 14 anni, mentre Magnani affronterà domani il primo processo per tutti gli episodi. L'udienza sarà probabilmente dedicata alle questioni preliminari e alla costituzione delle parti e il giudice potrebbe anche decidere sulle richieste delle difese dei due imputati di abbreviato condizionato: Martina ha chiesto una perizia psichiatrica d'ufficio, mentre Magnani, difeso da Andrea Etteri e Guido Guella, vuole che entri negli atti una consulenza psichiatrica di parte.

Ieri Boettcher in tribunale per l’aggressione a Stefano Savi
Ieri Alexander Boettcher, il broker accusato insieme a Martina Levato dell'aggressione con l'acido a Pietro Barbini, è tornato in aula. Al tribunale di Milano è iniziata la prima udienza per raccogliere le deposizioni dei testimoni. Stefano Savi, lo studente universitario sfigurato al volto per mano, secondo l'accusa, della coppia Levato-Boettcher. Con coraggio, ma soprattutto con «la fermezza e la serenità» di chi non ha nulla di cui vergognarsi, Savi ha voluto mostrare il suo volto sfigurato e pieno di cicatrici, che ha già dovuto subire molte operazioni chirurgiche. E non ha avuto timore di guardare in faccia Boettcher. «Voglio vedere in faccia i miei aggressori e voglio che si arrivi alla verità e a una sentenza giusta», ha detto Savi ai suoi legali, gli avvocati Andrea Orabona e Benedetta Maggioni, motivando così la sua scelta di essere presente come parte civile davanti ai giudici. Il pm Marcello Musso aveva invitato i fotografi e le telecamere a non riprenderlo, perché «l'identità delle persone offese va tutelata, identità che è stata cancellata» dall'acido. Secondo le indagini, Martina e Alexander, assieme al presunto complice Andrea Magnani, avrebbero aggredito Savi mentre tornava da una serata in discoteca per uno scambio di persona, perché il vero obiettivo sarebbe stato il fotografo Giuliano Carparelli. In aula anche un'altra delle parti civili, lo studente Antonio Margarito, che nel 2014 avrebbe subito un tentativo di evirazione da parte della Levato.

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