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Migranti, ecco l’identikit degli hotspot italiani

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Attualità

Migranti, ecco l’identikit degli hotspot italiani

Gli esperti delle agenzie Ue Frontex, Easo, Europol ed Eurojust sono già operativi in Sicilia per gestire, assieme ai funzionari italiani, le attività di registrazione dei migranti in arrivo sulle coste italiane per individuare chi ha diritto allo status di profugo. Lo ha sottolineato la portavoce della Commissione europea, Natasha Bertaud, assicurando che da questo punto di vista «gli hotspot stanno cominciando a funzionare come previsto» e che «dal primo ottobre cominceranno i primi trasferimenti di richiedenti asilo da Italia e Grecia», nell'ambito del primo schema che prevede la redistribuzione di 40mila rifugiati, come stabilito nello scorso mese di luglio (di cui 24 mila dall'Italia). Ma per Bertaud, «gli hotspot sono gruppi di persone delle agenzie Ue» che contribuiscono, in concertazione con le autorità italiane, alla registrazione dei migranti. Dunque non si tratta di centri di accoglienza.

I rappresentanti delle agenzie europee per il diritto di asilo (Easo), per il controllo delle frontiere (Frontex), di cooperazione di polizia (Europol) e giudiziaria (Eurojust) collaborano con le autorità nazionali «per aiutare i paesi ad adempiere agli obblighi previsti dalla legislazione Ue e identificare rapidamente, registrare e prendere le impronte digitali dei migranti in arrivo».

L'agenda europea sull'immigrazione presentata dalla commissione nello scorso maggio prevedeva la realizzazione di «hotspot» per «portare un'assistenza immediata agli Stati esposti, in prima linea, a pressioni migratorie sproporzionate alle frontiere esterne dell'Ue».

Nelle scorse settimane gli «hotspot» italiani, i centri chiesti da Bruxelles, sono stati già quasi tutti approntati. Sulla rampa di lancio Lampedusa, Porto Empedocle, Pozzallo e Trapani, all'inizio del 2016 decolleranno anche Taranto e Augusta. Anche il Cara di Mineo sarà progressivamente svuotato e trasformato in hotspot. Ma il governo italiano ha intenzione di attendere l’effettiva redistribuzione dei 24mila migranti prima di aprire le porte degli hotspot chiesti dall’Europa. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha ribadito che se l’Europa chiede rapidità nell’apertura degli hotspot, deve procedere con la stessa rapidità alla redistribuzione dei 24mila migranti. Negli hotspot di procederà all’identificazione, alla registrazione e alla fotosegnalazione dei migranti per stabilire chi è rifugiato e ha diritto all’accoglienza e chi è clandestino e deve ritornare nel proprio paese.

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