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Alessandria, lezioni dal crack

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IL CASO

Alessandria, lezioni dal crack

Ci sono voluti tre anni, tre anni di fatica e sacrifici per tutti, ma ora il Comune di Alessandria può guardare avanti e chiudere alle spalle la stagione più cupa di quel dissesto del giugno del 2012. La svolta è nei numeri del bilancio 2015, un bilancio ormai stabilmente riequilibrato e risanato. Era il 2012 quando sulla città piemontese si abbattè l'onta del crac. Conti del tutto fuori controllo, con l'ex sindaco del Pdl Piercarlo Fabbio prima indagato e poi condannato pochi mesi fa a tre anni per falso ideologico, e città sprofondata nel giugno 2012 nel dissesto finanziario. Un dissesto che covava da tempo. Già a fine 2011 i conti erano di fatto esplosi: un disavanzo di amministrazione di oltre 46 milioni; debiti totali cumulati a 312 milioni e uno sbilancio tra entrate e spese di competenza di oltre 57 milioni. Inevitabile la dichiarazione di dissesto sei mesi dopo con la città in ginocchio, passata sotto la guida della nuova Giunta di centrosinistra guidata dal neo-eletto sindaco Rita Rossa.

Da lì l'inizio di un calvario: occorreva rimettere in sicurezza i conti, ripristinare gli equilibri e fronteggiare quella montagna di debiti da oltre 300 milioni che erano il segno più vistoso della bancarotta.

TORNA L'AVANZO DI AMMINISTRAZIONE
Nel 2014 la svolta con il bilancio di fine anno che vede tornare l'avanzo di amministrazione per poco più di 9 milioni, con un drastico riequilibrio tra spese ed entrate e la cura sul debito a cui è stato messo un freno e che a fine 2014 era sceso a 280 milioni.

Il prezzo da pagare sono 52 milioni di mutuo da restituire in 30 anni, un forte taglio della spesa corrente e una battaglia per il recupero dell'evasione e un aumento delle entrate.
Non si poteva fare altrimenti per un Comune andato a gambe all'aria per la gestione dissennata della ex Giunta che aveva allegramente fatto correre oltre misura ogni genere di spesa tanto da lasciare in eredità un buco da 50 milioni e un debito da 300 milioni.

Ma come si è riusciti in tre anni a cambiare rotta e a rimettere in sesto i conti? Con una manovra dolorosa ma necessaria di riequilibrio tra entrate e uscite. La spesa corrente come documenta il collegio dei revisori è stata tagliata dal 2012 al 2014 del 16%, da 100 milioni dell'anno dell'anno del default a 84 milioni di fine 2014. Le entrate sono state messe sotto sforzo con un incremento di quelle extra-tributarie da 13 a 23 milioni e con l'accensione di prestiti per oltre 50 milioni.

Solo così si è potuto rivedere il segno positivo nel bilancio dopo le perdite inevitabili del 2012 e del 2013. Ora il bilancio previsivo del 2015 fa un passo ulteriore in avanti con una stima di chiusura in avanzo per 11 milioni e con un ulteriore riequilibrio tra entrate in aumento e spese in contrazione.

Ma la fatica più grande per la Giunta del sindaco Rossa è stata quella del recupero della massa ingente di residui da riscuotere degli anni precedenti. Su una massa di 94 milioni di entrate non riscosse a inizio del 2014, l'ente è riuscito a recuperarne il 56%. Non solo anche gli impegni di pagamento arretrati sono stati setacciati e il Comune è riuscito a diminuire la massa di residui passivi da pagare del 43% con pagamenti effettuati per 93 milioni.

La macchina comunale si è quindi rimessa in moto. Sono stati sanati gli squilibri più evidenti tra entrate e spese ed è stato avviato il recupero delle voci contabili degli anni passati. E ora a tre anni dal crac il Comume può permettersi di tornare a investire dopo che come ricorda il sindaco Rossa “c'erano in cassa quando mi insediai solo 19 centesimi”. Certo resta in capo al Comune quel debito da oltre 200 milioni, eredità del disastro passato, ancora da smaltire. E' ovviamente la sfida più difficile e ci vorrà tempo, ma la drammatica emergenza contabile è dietro le spalle.

L'AMAG OTTIENE RATING DI SOLVIBILITA'
Ma il crac del 2012 ha finito per trascinare inevitabilmente con sé anche le partecipate del Comune. La più grande partecipata di Alessandria la multiutility dell'acqua e del gas, l'Amag ha vissuto anni difficili. Il 2012 si era chiuso con perdite per oltre 6 milioni, debiti finanziari per 29 milioni, debiti totali per 70 milioni e quello con i fornitori per 15 milioni.

L'Amag ha seguito il percorso di risanamento del Comune: a fine 2014 l'utile è tornato a far capolino nell'ultima riga di bilancio per oltre 2,6 milioni; i debiti finanziari a giugno 2015 si sono dimezzati rispetto al bilancio dell'anno del crac del Comune e anche i debiti con i fornitori sono stati in parte ripagati: a giugno di quest'anno sono scesi a meno di 9 milioni dal totale di 15 milioni di fine 2012.

A certificare l'uscita dalle secche anche per Amag è stato il Cerved che quest'estate ha assegnato un rating di solvibilità alla più grande azienda pubblica della città piemontese.

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