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Bankitalia: tasse su casa, tagli efficaci se permanenti. «Caso…

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audizioni sulla nota di aggiornamento

Bankitalia: tasse su casa, tagli efficaci se permanenti. «Caso Volkswagen, effetti difficili da quantificare»

La Banca d’Italia promuove il piano fiscale del premier basato sull’abbattimento delle imposte sulla casa, a patto che il taglio della tassazione sia permanente. «L'effetto dell'eliminazione della tassazione sulla prima casa - ha spiegato stamani il vice direttore generale, Luigi Federico Signorini, in audizione davanti alle commisisoni Bilancio di Camera e Senato - dipende dalla misura in cui essa sarà percepita come permanente, dal suo impatto sull'efficienza del sistema della finanza locale e sui servizi erogati dagli enti locali, dal miglioramento del clima di fiducia nelle prospettive future dell'economia che potrebbe essere indotto dall'aumento della spesa delle famiglie».

Per crescita duratura privilegiare investimenti
Sentito nell’ambito delle audizioni sulla Nota di aggiornamento al Def 2015, Signorini ha insistito poi sul fatto che le continua variazioni al regime impositivo sulla casa (si tratterebbe del quinto intervento negli ultimi sette anni) «potrebbero indurre le famiglie a non reputare lo sgravio ora programmato come permanente, limitando significativamente gli effetti della misura sulle scelte di consumo». Al rilancio dell'attività nel settore delle costruzioni «potrebbero contribuire anche altri interventi fiscali - segnatamente riguardanti il cuneo fiscale sul lavoro e la tassazione di impresa - nonchè equilibrati e diffusi interventi in ambito urbanistico e ambientale».

Scandalo VW, ripercussioni difficili da quantificare
In un passaggio dedicato al caso Volkswagen, Signorini ha spiegato che le possibili ripercussioni dello scandalo sul settore dell'auto e sulle aspettative degli investitori e dei consumatori sono difficili da quantificare», e aggiungono un ulteriore fronte di preoccupazione «all'incertezza presente sui mercati globali».

Sgravi lavoro-imprese volano di crescita ma previsto solo dal 2017
Sempre riferendosi all’avvio di una politica di graduale riduzione delle imposte per alleggerire l’alto livello della pressione fiscale in Italia, il vice dg di Bankitalia ha citato le misure destinate a ridurre il carico sui fattori della produzione, «programmati solo dal 2017» nonostante siano quelli « piu' direttamente capaci di innalzare la crescita». Più in generale, Bankitalia raccomanda che «la finanza pubblica e più in generale la politica economica privilegino gli investimenti, pubblici e privati, con l'obiettivo di innalzare in modo duraturo il potenziale di crescita della nostra economia». Solo «il ritorno a tassi di crescita più elevati nel medio periodo», infatti, costituisce la condizione «per una significativa e duratura riduzione del debito».

Pisauro (Upb): per ok a flessibilità occorre indicare le “nuove” riforme
Davanti alle commisisoni, il presidente dell'Ufficio parlamentare bilancio (Upb), Giuseppe Pisauro, ha invece messo in guardia il governo sulla necessità di chiarire quali misure aggiuntive intende mettere in campo per ottenere da Bruxelles l'estensione della flessibilità legata alle riforme strutturali. «L'estensione della clausola delle riforme strutturali - ha spiegato - richiede l'indicazione di “nuove” riforme rispetto alla primavera scorsa», riforme «che nella Nota di aggiornamento non sono esplicitate». «Probabilmente lo saranno nella Legge di Stabilità, ma ad oggi non è possibile fare una valutazione perchè abbiamo bisogno di ulteriori informazioni», ha aggiunto Pisauro.

Clausola di salvaguardia, da chiarire il blocco temporaneo
Nel suo intervento, Pisauro ha poi sottolineato come l'unica ipotesi di misura compensativa contenuta nella Nota di aggiornamento al Def 2015 riguarda la clausola di salvaguardia, per la quale si dice che è «disattivata per il 2016: si potrebbe immaginare che non venga disattivata completamente negli anni successivi, ma lo vedremo». Nell’analisi dell’Upb, la Nota prevede una «spending review più graduale e una serie di misure aggiuntive permanenti che comportano un peggioramento dei saldi» e ««si dice che nel 2016 si farà ricorso ai margini di flessibilità della Ue». Tuttavia - ha aggiunto Pisauro - «questi margine di flessibilità non sono permanenti e a loro volta saranno ridotti». Dunque «qualche dubbio viene sulla coerenza complessiva del quadro ma non ci sono risposte possibili in un senso o nell'altro perchè bisogna conoscere i dettagli della manovra». L'unica eventuale ipotesi, ha concluso, è quella relativa alla lettura della Nota da cui emergerebbe un blocco solo temporaneo delle clausole di salvaguardia.

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