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Migranti, Gentiloni all'Onu: per lotta efficace a scafisti serve…

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il ministro degli esteri a new york

Migranti, Gentiloni all'Onu: per lotta efficace a scafisti serve risoluzione su Libia

NEW YORK - L'Italia è da molti mesi impegnata nella lotta ai trafficanti di esseri umani, ha salvato l'anno scorso più di 100 mila migranti nel canale di Sicilia e guida l'operazione “Eunavfor Med”. Ma per fare davvero il salto di qualità serve una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu sulla Libia. Questa la posizione italiana sui migranti espressa durante i lavori dell'Hig level meeting sull'immigrazione che si è tenuto questa sera al Palazzo di vetro dell'Onu.

Nelle stesse ore a Roma il premier Matteo Renzi rispondeva alle opposizioni di destra durante il question time della Camera rilevando che quando una nave italiana salva migranti in difficoltà non gli chiede se sono migranti economici o richiedenti asilo, li salva e basta. Dello stesso tenore le parole d Gentiloni che in sede Onu ha spiegato l'impegno dell'Italia dove sono sbarcati quest'anno 122mila migranti. E dove si continuano a salvare il 54% dei migranti che si dirigono in Italia via mare.

L'Italia, ha spiegato Gentiloni, è fortemente impegnata nella lotta agli scafisti con la missione Eunvafor Med guidata dal nostro Paese. Ma, ha aggiunto il capo della nostra diplomazia, «questa operazione potrebbe fare di più se il Consiglio di sicurezza dell'Onu e soprattutto un nuovo governo libico una volta insediato, ci chiedessero il nostro aiuto».

Il lavoro dell'inviato dell'Onu Bernardino Leon procede tra alti e bassi ma è necessario arrivare a un risultato quanto prima. Secondo Gentiloni si devono contrastare i trafficanti non solo con strumenti militari na anche con mezzi legali come la convenzione contro il crimine organizzato e il “protocollo di Palermo”. Anche una cooperazione più stretta tra Ue e Paesi dell'Africa subsahariana può contribuire a smantellare la rete dei trafficanti. A questo riguardo il responsabile della Farnesina ha citato il processo di Khartoum e quello di Rabat promossi a suo tempo dall'Italia.

Importante anche approfondire, secondo Gentiloni, il rapporto tra politiche di sviluppo e immigrazione sulla scorta del summit della Valletta del novembre 2014. Migranti e rifugiati sono, ha detto il minisro “un grande capitale umano inespresso importante per l'economia dei Paesi di origine e per quelli di destinazione. Ma soprattutto occorre secondo il ministro che la comunità internazionale prenda consapevolezza del fatto che ci troviamo di fronti a flussi migratori più grandi di quelli registrati dopo la seconda guerra mondiale e questo richiede «un grande sforzo globale» in termini di politiche e di risorse da impegnare.

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